Giorno di verdetti per il calcio italiano. Oggi, infatti la commissione criteri infrastrutturali e la Covisoc comunicheranno le società professionistiche ritenute manchevoli dei requisiti necessari all’iscrizione ai prossimi campionati di competenza.

I CASI A RISCHIO – In Serie B sono due i club a forte rischio. Il Lecco e la Reggina, ma per motivazioni diverse. I lombardi, che hanno battuto (non senza lunghe polemiche) il Foggia Calcio ai playoff, sono sul banco degli imputati per una domanda carente sotto il profilo delle infrastrutture. La seconda il mancato pagamento di emolumenti secondo le scadenze previste dalla Federazione.

LECCO – Il Lecco avrebbe fornito la documentazione relativa allo stadio solo il giorno dopo la scadenza dei termini che le stesse NOIF definiscono “perentorio”. Con l’impossibilità di adeguare in tempi brevi il Rigamonti – Ceppi, la società del presidente Di Nunno avrebbe ottenuto l’ok da Padova per l’utilizzo dell’Euganeo, ma fuori il tempo massimo. La decisione, in realtà, dovrebbe essere chiara e precisa: manca un fondamentale requisito e iscrizione rigettata. La difesa dei lombardi, però, passa attraverso il poco tempo a disposizione per ottemperare a questi doveri. Complice il ricorso del Siena, che ha fatto slittare i playoff si è passati da 9 a 2 giorni per preparare il tutto. E’ anche vero, però, che la federazione avrebbe chiesto di preparare gli incartamenti con largo anticipo a le quattro semifinaliste, al fine di non incorrere in questi stessi problemi. In controtendenza rispetto alle NOIF ci sono le dichiarazioni del presidente di Serie B Mauro Balata che avrebbe sottolineato anche egli la mancanza di tempo per ottemperare ai doveri.

REGGINA – Il club calabrese avrebbe ottemperato ai doveri ma seguendo le date e le scadenze proposte dal Tribunale Fallimentare, ben diverse da quelle della Federazione. Questo renderebbe più precaria la posizione dei reggini, anche se, ci sarebbe una minor benevolenza sulla loro situazione rispetto a quella del Lecco, per il quale sembrerebbe diventato opinabile anche il termine “perentorio”.

LE POSSIBILI RIPESCATE – In cima alla lista delle ripescabili per i vertici del calcio ci sarebbero Brescia e Perugia, due retrocesse, come da norma recentemente varata dalla Serie B. E poco importa se al Brescia sarebbe stato rigettato un ricorso per la riammissione in B per mancata esclusione della Reggina, perché differente dal caso trattato in questo articolo. Lo stesso ricorso, infatti, non comporta la possibilità di essere riammesse in caso di mancata iscrizione.

QUI FOGGIA – La possibile decisione di virare su due neo retrocesse dalla Serie B fa storcere (e non poco) il naso al Foggia, sconfitto (tra polemiche, errori ed orrori arbitrali) nella doppia sfida playoff con il Lecco. I rossoneri chiedono a gran voce che al posto del Lecco venga ripescata una squadra di Serie C, in modo da poter tener fede alle quattro promozioni (dalla C alla B) a stagione disposte dalle norme NOIF. Inoltre, come da logica, sarebbe più equa la scelta del Foggia in B al posto del Lecco, anche per premiare i sacrifici della Serie C e l’interminabile sessione dei playoff, resi vani dalla scarsa reattività all’iscrizione del Lecco e dalle carenze infrastrutturali del club.

LE DATE – Una volta sancite le parziali non ammissioni i club deficitari avranno possibilità di proporre ricorso entro il 5 luglio. Il 6 luglio, invece, le commissioni analizzeranno e discuteranno sui ricorsi. Ancora più importante è la data del 7 luglio, in cui si svolgerà il Consiglio Federale che ratificherà le non iscrizioni e procederà a riammissioni e ripescaggi. Finita qui? Neanche per sogno. Dal 20 al 21 luglio potrebbero svolgersi, secondo rito di Giustizia Sportiva abbreviato, le udienze presso il Collegio di Garanzia del CONI per tutti i club, non iscritti o esclusi dalle riammissioni, ritenutisi danneggiati dalle scelte della Federazione. Il successivo grado di giudizio, invece, avrà luogo il 2 agosto, davanti al TAR. Ultimo step dell’interminabile iter giudiziario sarà il 29 agosto davanti al Consiglio di Stato. Si prevede un’estate calda.

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