Dalla Raf ai campi di calcio, le analisi dell’autodidatta analista inglese portarono a una delle teorie calcistiche che ancora scatena dibattiti
Charles Reep era un ragioniere. Lavorava per la Raf, la Royal Air Force di Sua Mestà, ma non volava sugli aerei, non combatteva nei cieli durante la Seconda Guerra Mondiale: stava chiuso in ufficio a fare conti su conti e il suo orgoglio era che, alla fine della giornata, tutto tornava. Mai un errore, mai una cifra fuori posto. La stessa pignoleria la applicava al calcio, la sua grande passione. Se non gli era piaciuta una partita, magari dello Swindon Town che era la sua squadra del cuore, si prendeva la briga di studiare, azione per azione, lo svolgimento della sfida e poi ne traeva le opportune conclusioni.