Il provvedimento della Federazione mondiale aveva allargato i limiti imposti dalla Figc. Ora il dirigente potrà continuare a lavorare seppure con mansioni ridotte rispetto a quelle svolte sino a oggi
Fabio Paratici ha vinto l’appello contro il provvedimento del Comitato Disciplinare della Fifa e il modo in cui aveva esteso a livello mondiale, lo scorso 29 marzo, la squalifica comminatagli a gennaio dalla Figc e confermata poi il 19 aprile dal Collegio di Garanzia del Coni. Lo stop di 30 mesi resta anche a livello mondiale, ma cambiano i limiti: il governo del calcio mondiale, ricevendo le sanzioni della Federcalcio, le aveva rese più gravi, impedendo di fatto a Paratici di svolgere qualsiasi attività nel mondo del calcio, impedimento ben più pesante dei limiti impostigli dalla Figc.
IL COMUNICATO
—“La Fifa ha accolto l’appello presentato da Fabio Paratici contro il provvedimento del Comitato Disciplinare della Fifa che, nell'estendere a livello mondiale l’inibizione temporanea comminata dalla Figc, l'aveva ampliata fino al divieto di prendere parte ‘a ogni attività legata al calcio’ - si legge in un comunicato diffuso da Paratici e dal suo team -. Paratici, assistito davanti alla Fifa da un team di legali composto da Paolo Lombardi, Luca Pastore e Ian Laing, potrà dunque continuare a lavorare nel mondo del calcio seppur con mansioni ridotte rispetto a quelle svolte sino ad oggi, nel rispetto dei limiti imposti dalla sanzione comminata dalla Figc”.
SANZIONI
—La sanzione della federcalcio è molto precisa in quello che Paratici può e non può fare. Gli è proibito di entrare negli spogliatoi prima e dopo le partite e trattare con agenti e giocatori, ma può continuare a frequentare il campo di allenamento e svolgere “attività amministrativa nell’ambito della proprie società nonché partecipare e rappresentare, anche con diritto di voto, la propria società nelle assemblee di lega di competenza relativamente a questioni di natura patrimoniale” come si legge nel regolamento Figc. Paratici può inoltre avere un input sul mercato del club per cui dovesse lavorare, sempre col divieto però di rappresentare la sua squadra durante le trattative. Mansioni ovviamente ridotte, quindi, ma di certo non lo stop di “ogni attività legata al calcio” che gli aveva imposto la Fifa.
TOTTENHAM
—Era stata la squalifica Fifa, di fatto, a spingere Paratici a fare un passo indietro e poi a lasciare definitivamente il Tottenham. Il governo del calcio mondiale aveva esteso la sanzione della Figc solo qualche ora dopo che l’ex d.s. Spurs aveva commentato l’esonero di Conte e l’arrivo di Stellini, mentre cominciava a lavorare per la ricerca di un nuovo tecnico e a progettare la prossima stagione. In seguito a quella decisione, Paratici aveva fatto un passo indietro, prendendosi un periodo di aspettativa in attesa che il Collegio di Garanzia del Coni valutasse la sua posizione. La conferma della sua squalifica per 30 mesi aveva costretto Paratici a dimettersi dal ruolo di direttore sportivo degli Spurs. Vincere questo ricorso contro il Comitato Disciplinare della Fifa gli permetterà di continuare a lavorare nel mondo del calcio.
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