Avere una compagna di vita che non si interessa al proprio lavoro può avere riscontri abbastanza interessanti. Lo spiega Peter Crouch, che...sfruttava questo lato di sua moglie Abbey per prendersi qualche vantaggio nella vita coniugale
Un fiume in piena. Questo è ormai Peter Crouch, che dal momento in cui si è ritirato ha cominciato a raccontare di sè, tra libri e trasmissioni radiofoniche, e sembra non aver intenzione di smettere. E quindi, dopo gli aneddoti sulla moglie di Xabi Alonso e su Gerrard travestito da vecchietto, arrivano anche rivelazioni un po' più personali. Passioni, hobby e anche la famiglia. Dopo anni di fidanzamento, Crouch nel 2011 si è sposato con la splendida Abbey Clancy. La classica coppia tra calciatore e modella? Beh, abbastanza, con tanto di cliché da confermare: Lady Crouch non capisce assolutamente nulla di pallone. E questo spesso e volentieri giocava a favore dell'ex bomber dei Tre Leoni.
USCITE OBBLIGATORIE - Lo ha spiegato lui stesso all'interno del suo celebre podcast: avere una compagna di vita che non si interessa al proprio lavoro può avere riscontri abbastanza interessanti. Come quando Crouch fingeva che le serate al pub con i compagni di squadra fossero...un qualcosa a cui non poteva mancare per espresso ordine della società. "Ci sono state un paio di occasioni in cui la squadra usciva assieme per alcune...sessioni per fare gruppo. E Abbey mi diceva 'tu non devi andarci, giusto?', ma io rispondevo 'in realtà devo'. In un paio di casi sono direttamente andato dai segretari del club e ho chiesto: 'potete scrivermi una mail dove dite che la mia presenza è obbligatoria e che è importante per la squadra?'. Così potevo uscire con i miei compagni".
BUGIE - Chissà come l’ha presa la signora Crouch. Ma forse si arrabbierà di più quando saprà che suo marito ha usato il calcio come scusa anche...per non alzarsi di notte per accudire i bambini. "C'era qualche carta che ogni tanto mi giocavo. Come il venerdì, il giorno giusto per evitare qualsiasi cosa, perchè il sabato si gioca ed è il completamento di una settimana di allenamenti. Mi ricordo che quando la mia prima figlia era appena nata e piangeva io il venerdì notte dicevo 'non posso andare, domani ho una partita'". E anche guardare il calcio in TV ha le sue ragioni: "spesso dicevo che era per lavoro". Insomma, una serie di bugie...a fin di bene.
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