Il caos che sta colpendo il Perù, con manifestazioni di piazza che hanno causato già parecchi morti dall'inizio dell'anno, contagia anche il calcio locale. E sette club del massimo campionato non vogliono cominciare il torneo...

Il caos che sta colpendo il Perù, con manifestazioni di piazza che hanno causato già parecchi morti dall'inizio dell'anno, contagia anche il calcio locale. Da quelle parti dovrebbe iniziare il nuovo campionato, ma il condizionale è decisamente d'obbligo. Come racconta Mundo Deportivo, ci sono infatti parecchie delle squadre che disputano la massima serie che stanno boicottando la partenza del torneo. Tra i club ribelli ci sono i campioni in carica dell'Alianza Lima, ma anche Club FBC Melgar, Sport Boys Association, Club Deportivo Municipal, Deportivo Binacional, Club Cienciano e Club Cusco FC. Ma qual è il punto del contendere? La decisione di giocare la prima giornata a porte chiuse.

Niente porte chiuse

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La situazione in Perù è abbastanza incandescente, il che ha portato la federazione e i vertici della Liga 1 a decidere che non c'erano le condizioni per cominciare il torneo in sicurezza con il pubblico sugli spalti. Dunque, si inizia senza pubblico, un qualcosa però che non è proprio piaciuto a buona parte delle squadre che disputato il massimo campionato. Che hanno espresso la loro posizione in un comunicato: "Abbiamo deciso che non parteciperemo alla Liga 1 2023 fino a che la federazione non modificherà la decisione cautelare che ha voluto imporre in maniera arbitraria e illegale, che mette a rischio sia il presente che il futuro del calcio peruviano". Dunque, fino a che le partite saranno a porte chiuse non si parte, a meno di non escludere sette club sui venti partecipanti.

Il governo cerca di mediare

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Certo, la questione nel paese è seria, questo i club lo sanno bene. Ma si parla di un calcio in cui il botteghino è ancora parte fondamentale degli ingressi delle società. Dunque, spiegano nel comunicato, la decisione "attenta alla solidità dei club, togliendo una fonte di incassi molto importante". L'idea è che si stia privilegiando la trasmissione televisiva delle partite e i club protestano anche perchè molti avevano già venduto i biglietti per i match del weekend. Il governo dal canto suo ci tiene a sottolineare che è una questione provvisoria e che già dalla prossima settimana dovrebbero esserci condizioni per cui la polizia potrà garantire l'ordine pubblico negli stadi. Sempre ammesso che la situazione politica generale non peggiori ancora...

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