Secondo "La Vanguardia" il n.1 della Liga avrebbe fornito documenti artefatti per incriminare i blaugrana. La reazione: "Calunnie giornalistiche"

Dal nostro corrispondente Filippo Maria Ricci @filippomricci

È guerra aperta. Da tempo, e senza esclusione di colpi. Joan Laporta e Javier Tebas non si sopportano e ogni occasione è buona per cercare di attaccare l’avversario. Che sia il tema Superlega, o i conti economici dell’indebitato club del Camp Nou, o il "Caso Negreira". Nell’asador dello scontro tra Liga e Barça c’è carne in abbondanza, e ne continua ad arrivare. Nell’ultimo atto il Barcellona ha chiesto in un comunicato le dimissioni di Tebas.

ceferin

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Con la cronaca della giornata odierna vediamo come si è arrivati alla richiesta del Barça: in Spagna ha avuto forte eco l’intervista di Aleksander Ceferin a un giornale sloveno nella quale il presidente della Uefa attacca frontalmente il Barcellona usando gli stessi termini già usati da Tebas: “Il Caso Negreira è di una gravità assoluta”. La giornata però si era aperta con un gran titolo de "La Vanguardia", quotidiano politico catalano, in prima pagina: “Tebas ha fornito alla Procura una prova falsa per incriminare il Barça”. Un’accusa pesantissima. Alla quale il presidente della Liga ha risposto con un tweet: “Il titolo de La Vanguardia è falso, non abbiamo accusato nessuno, come corroborato dalla stessa notizia quando segnala ciò che abbiamo scritto alla Procura: ‘Il presente scritto non rappresenta un’accusa contro alcuno’. Sr. Conde Godó controlli meglio i suoi giornalisti che calunniano".

l'accusa

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Ci addentriamo nella materia, complessa: "La Vanguardia" sostiene che il 22 febbraio scorso Tebas ha inviato alla procura uno scritto con un documento e alcuni suggerimenti. Il documento è una lettera di un ex dirigente del Barcellona, il già defunto, Josep Contreras, che appare nelle carte del ‘Caso Soule’ un altro scandalo che coinvolge la federcalcio spagnola sotto il mandato del precedente presidente, Villar. Nel manoscritto di Contreras appaiono nomi che potrebbero indurre a pensare a un coinvolgimento del Barcellona in attività illecite. I nomi sono ‘Roman’, ‘Rosell’ e ‘Josep Maria’. Nella lettera che accompagna il documento Tebas sostiene di non voler accusare nessuno, però suggerisce l’interpretazione dei tre nomi: ‘Roman’ sarebbe Roman Gomez Ponti, storico avvocato del Barça, ‘Rosell’ sarebbe Sandro Rosell, vice e poi presidente del Barça, ‘Josep Maria’ sarebbe Bartomeu, presidente fino alle dimissioni nel 2020. Secondo i famigliari di Contreras, che hanno rivelato la propria verità a "La Vanguardia" e al "Mundo Deportivo", però il manoscritto sarebbe stato vergato ‘decine di anni fa’ e i tre nomi farebbero riferimento ad altre persone. ‘Roman’ a Emilio Roman, avvocato di Contreras, ‘Rosell’ a Ramon Rosell, commercialista di Contreras, ‘Josep Maria’ a un impiegato della Banca Catalan che gestiva i conti di Contreras.

il comunicato

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Da qui l’accusa di aver prodotto prove false mossa dal giornale catalano al presidente della Liga, che è stata raccolta con grande furore dal Barcellona che in un comunicato non ha usato mezzi termini nella sua replica a Tebas. Dopo aver mostrato “Malessere, indignazione e sconcerto” il Barça chiede a Tebas di presentarsi a dare spiegazioni e reitera il concetto già espresso più volte in questi giorni: “Ci sentiamo vittime di un linciaggio mediatico per fatti mai accaduti: il Barça non ha mai comprato arbitri”. E poi: “A questo assedio hanno partecipato un gruppetto di media e opinionisti con più o meno cattive intenzioni, con la Liga che ha alimentato il fuoco contro il nostro club grazie ai contributi del suo presidente e che sono andati in una sola direzione: quella che cerca di condannarci di fronte all’opinione pubblica prima che i fatti siano giudicati. Non è la prima volta che il presidente della Liga utilizza tutta la sua macchina mediatica per far saltare in aria il Barcellona però non avremmo mai potuto immaginare che provasse a farci incriminare con prove false. La notizia che pubblica 'La Vanguardia' è di una gravità tale che dovrebbe allertare tutti i club della Liga. Solo per questo, attribuirsi ruoli che non gli competono, oltre che per dignità e rispetto nei confronti della presidenza della Liga, il signor Tebas dovrebbe dimettersi. Detto questo, da conoscitori della sua ossessione per cercare di perseguire il Barcellona e mostrando continuamente la sua antipatia per il nostro club, siamo consci del fatto che il presidente della Liga continuerà nel suo incaponimento nel continuare a danneggiare il nostro club”.

la risposta

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La replica della Liga non si è fatta attendere. Una lunghissima lettera a Jordi Juan Raya, direttore de "La Vanguardia", nel quale si esige la rettifica all’articolo di questa mattina specificando che Javier Tebas non ha mai apportato prove false all’indagine sul "Caso Negreira". Tebas si difende seguendo la tesi esposta nel tweet mattutino, ovvero che non era sua intenzione accusare nessuno ma solo offrire al tribunale documenti ritenuti interessanti, apportando "in assoluta trasparenza e obiettività" anche il manoscritto di Contreras che a suo tempo aveva passato alla Procura. La battaglia continua.

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