Cosa fa più paura al Paris Saint-Germain? Il Real Madrid o il suo allenatore? Carlo Ancelotti nella capitale francese lo conoscono molto bene e giustamente lo temono. La sua rivoluzione, lavorativa e umana, è ricordata da Armand e Bodmer...
Cosa fa più paura al Paris Saint-Germain? Il Real Madrid, che sta facendo molto bene in Liga, o il suo allenatore? Carlo Ancelotti nella capitale francese lo conoscono molto bene e devono a lui gran parte del successo degli ultimi anni. Ha migliorato l'alimentazione, sistemato i campi di allenamento e ha ampliato lo staff con un dipartimento che studiava il rendimento dei calciatori con l'introduzione del GPS. Ancelotti ha modificato anche gli allenamenti, cronometrandoli affinché ci si allenasse con l'intensità giusta e sistemando dei raccattapalle intorno al campo per evitare perdite di tempo. Eppure, come spiega a LeParisien l'ex difensore Sylvain Armand, Carletto sul campo non si vedeva mai...o quasi.
ALLENAMENTI - "Carlo non partecipava agli allenamenti, tranne il mercoledì prima delle partite importanti. E quando lo faceva era per motivi tattici". Le sessioni, dunque, erano curate dal suo staff. Ma secondo l'ex PSG, i risultati arrivavano eccome. "Penso che se il club avesse tenuto Ancelotti, sicuramente avrebbe già vinto la Champions League". Il tutto perché l'esperienza del tecnico italiano al Parco dei Principi non può essere definita altrimenti, se non una rivoluzione. La tipologia di lavoro dei club francesi ha lasciato spazio ai metodi importati in Ligue 1 proprio da Re Carlo. "Quando diceva che i francesi non si sforzavano abbastanza lo faceva perché sperava in una reazione. E oggi tutti sono d'accordo sul fatto che avesse ragione lui. Maxwell o Thiago Motta passavano giorni interni al centro sportivo, mentre noi arrivavamo alle dieci e ce ne andavamo all'una. E oggi le cose che Ancelotti e Leonardo hanno cominciato a fare al Paris Saint-Germain le fanno tutti i club in Francia".
IL LATO UMANO - E poi c'è la capacità di Ancelotti di gestire il gruppo. A parlare a riguardo ci pensa un altro ex PSG, Mathieu Bodmer, che spiega che grazie al tecnico di Reggiolo i giocatori della squadra hanno cominciato a mangiare meglio e ad abituarsi a consumare i loro pasti al centro sportivo. Non solo, perché Re Carlo ha sempre lasciato abbastanza liberi i suoi, come quella sera del 2012 in cui ha acconsentito a lasciarli andare al karaoke, a patto che il giorno dopo si allenassero comunque bene. E Bodmer racconta anche un fatto abbastanza personale. Quando è diventato papà ha mancato un paio di allenamenti e Ancelotti l'ha lasciato fuori dalle convocazioni per la partita successiva. Abbastanza per farlo arrabbiare e ottenere un colloquio con il tecnico. "Io ero furioso, ma Carlo mi ha sorriso e mi ha detto: 'Sei sempre arrabbiato… Cos'è più importante per te, veder nascere tua figlia e goderti questo momento o una partita di Ligue 1? Ci vediamo martedì'. Mi ha fatto capire che mi ero arrabbiato per nulla". Insomma, il solito Carletto. Che a Parigi conoscono bene e che giustamente temono...
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