Via Tuchel, i cui allenamenti erano ritenuti blandi dalla dirigenza parigina. L'ex Tottenham dovrà lavorare sulla mentalità, mentre dal mercato è sempre calda la pista che porta al danese del'Inter

È ormai ufficiale. Thomas Tuchel non è più l'allenatore del Psg. Lo ha annunciato stamane il club dell'emiro del Qatar, con un comunicato. Si attende quindi che l'incarico sia formalmente assegnato a Mauricio Pochettino, il prescelto del presidente Nasser Al Khelaifi, che ha già una serie di compiti da affrontare, per rilanciare una squadra che ha smarrito quella continuità di prestazione che le aveva permesso di vincere tutto lo scorso anno, arrivando fino in finale di Champions League. In attesa magari di qualche pennellata di mercato.

Fisico

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All'ex tecnico del Tottenham, secondo le prime indiscrezioni dei media francesi, andrebbe un ingaggio da circa 7 milioni lordi a stagione, fino al 2023. Ma è sull'immediato che sono attesi i primi riscontri. Innanzitutto sul metodo di lavoro quotidiano che con Tuchel era diventato una delle fonti di preoccupazione dei dirigenti. A cominciare dall'intensità degli allenamenti, troppo blandi e poco formativi, anche per gli stessi giocatori che spesso hanno lasciato trapelare insoddisfazione. La mancanza di impatto fisico, inoltre, sarebbe anche all'origine di molti infortuni che hanno decimato per cicli la rosa. Per l'ultima partita dell'anno, per esempio, ben dieci parigini erano in infermeria.

Sufficienza

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La mano di Pochettino però dovrà intervenire anche sulla mentalità per trasmettere un atteggiamento guerrafondaio alla squadra, anche in quelle partite che nella prima parte della stagione il Psg ha affrontato con superficialità, magari dando per scontata la propria superiorità tecnica. Non sufficiente però per avere la meglio su squadre di buon livello e ben organizzate, come testimoniano le sconfitte con le principali sfidanti, dal Lione al Marsiglia, passando per il Monaco e per il pareggio con il Lilla.

Identità

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Il nuovo corso comunque rischia di rompere anche qualche abitudine di comodo, instaurata da Tuchel per assecondare le esigenze delle sue stelle. Pochettino invece dovrebbe reintrodurre i ritiri di prepartita per imporre massima concentrazione. Una tradizione abolita dal tedesco anche prima di certe gare di Champions League. Il suo successore, scrive l'Equipe, si focalizzerà anche su qualità di alimentazione e ritmi di riposo e sonno, per prevenire cali fisici e mentali. Difficile allora immaginare ritrovi notturni, magari per feste di compleanno che possono facilmente degenerare, come quella prolungatasi fino all'alba a febbraio per celebrare Icardi, Cavani e Di Maria. Tra le novità, sedute video più lunghe e approfondite, e allenamenti settoriali per reparto, per perfezionare un approccio globale alla gara. A Pochettino infatti spetta anche il compito di dare una identità precisa, aggressiva e prolifica, al gioco, facendo dimenticare quello elaborato da Tuchel che alla fine consisteva nell'affidarsi all'estro di Neymar, Mbappé ed eventualmente Di Maria.

Stelle

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L'ex del Tottenham dovrà confrontarsi così per la prima volta in carriera nella gestione di grandi stelle che a Parigi hanno spesso condizionato i destini degli allenatori. Non da ultimo quello di Tuchel che sembrava ormai aver perso la presa sulla squadra, nonostante l'unità di facciata. Il tedesco e il suo numeroso staff comunque lasciano Parigi incassando circa 7 milioni, che, sempre secondo i media francesi, comprendono gli ultimi sei mesi di stipendio e i bonus. Abbastanza forse per limitare i margini di manovra sul mercato di gennaio, dove il Psg potrebbe intervenire con operazioni di puntellamento, privilegiando scambi o prestiti. Il nerazzurro Erikssen rimane un potenziale obiettivo, magari in uno scambio con Paredes, o compensando un addio di Draxler, in scadenza come il 32enne Di Maria che non ha ancora rinnovato.

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