QUANDO IL BLASONE NON SCENDE IN CAMPO
Rino La Forgia

L’ultima di campionato del 2021 ha lasciato in sè diverse considerazioni, sul Foggia, sul campionato.
Iniziamo col dire che col Monterosi il punto l’abbiamo preso quasi miracolosamente, vuoi perchè all’ultimo istante (non è la prima volta), vuoi perchè gli avversari ci hanno imbrigliato ben bene. Noi tanta buona volontà, ma sempre coi soliti problemi in avanti dove se si inceppano i Ferrante (si è dannato come al solito), i Curcio (parecchio ingenerosi i fischi alla sua sostituzione) o i Rocca (inconcludente il suo ingresso in campo), non si riesce a concludere. Del resto parlano gli highlights praticamente assenti. Buona volontà, come detto, ma all’atto pratico tanti cross in area utili solo per evidenziare una difesa avversaria granitica. Una sconfitta che serva dunque di lezione a chi ritiene che col solo blasone un Monterosi Tuscia qualsiasi possa rappresentare una passeggiata. Anzi se ci facciamo caso contro le piccole (anche in casa) abbiamo sofferto oltremisura e la considerazione che nasce spontanea è che questi ragazzi si esaltano spesso contro le grandi, quando cioè anche la tifoseria sente una partita in modo particolare (Bari e Avellino per citarne alcune). Ma ai ragazzi, a questi ragazzi non possiamo proprio rimproverare nulla, anzi… Soprattutto con la guida del maestro obiettivamente sono andati ben oltre ed ho quasi la certezza che un altro mister non avrebbe fatto meglio. Vien da sè che altre considerazioni si spostano verso l’imminente calciomercato. E lì avremo più o meno l’idea di quelle che saranno le volontà, non solo della società, ma del duo Zeman-Pavone, relativamente alla prosecuzione della guida tecnica. Più in generale si vorrà comprendere se in un torneo in cui non ci sono abissi tra le varie formazioni, si vorrà tentare l’exploit presumibilmente attraverso i playoff o se pensare direttamente al prossimo anno. Chiaro che la dirigenza deve avere tempo per assestarsi, ma se dovesse passare un treno utile che facciamo, ne aspettiamo un altro? Bene, se si vuol puntare, sia pure a fari spenti, a qualche lieta sorpresa già quest’anno, è evidente che qualcosa lì sulle sponde alte servirà, magari anche qualcuno d’esperienza, magari una vecchia conoscenza del mister. E qui, come successe per Kragl, la mente inzia a fantasticare su un calciatore che ha lasciato il segno, sia pur giocando poco (ma erano i tempi di Sau, Insigne, etc): Farias. Chi vivrà, vedrà. Intanto godiamoci questa pausa col sottoscritto che augura un sereno Natale ed un anno, neppure scoppiettante, ma quantomeno sereno.

Auguri a tutti. F. F.

Rino La Forgia

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