Ieri molti tifosi muniti di biglietto hanno visto cancellato il volo d'andata. Roma e Feyenoord preoccupate dalle carenze organizzative albanesi

Tredici, come i giorni che mancano alla finale di Tirana. Tredici  (inteso come numero allo schedina) come la possibilità di molti tifosi di raggiungere l’Albania senza intoppi. In queste ore, infatti, si registrano nuovi problemi anche per i possessori di biglietto del match. Molte compagnie aeree ieri hanno cancellato i voli del 25 maggio forti di avere il coltello dalla parte del manico visto che la penale a carico della compagnia scatta solo 14 giorni prima dell’imbarco. Di conseguenza i tanti tifosi che ieri hanno ricevuto la maledetta mail di cancellazione possono solo ottenere il rimborso del biglietto o il rinvio del volo a data diversa. Che ovviamente non serve. Una beffa alla quale si aggiungono i problemi organizzativi sul posto che stanno riscontrando i due club che negli ultimi tre giorni si trovano a Tirana per un sopralluogo. Tra infrastrutture, collegamenti e zone accoglienza si registrano notevoli carenze per ospitare una finale che vedrà non solo i 20 mila tifosi allo stadio ma anche un quantitativo imprecisato di persone che arriveranno da Olanda e Italia senza biglietto.

Il caos nel caos. Le autorità albanesi si aspettano almeno 50 mila persone in più rispetto alla capienza del piccolo stadio di Tirana. Un problema enorme di ordine pubblico visti anche i precedenti tra le due tifoserie e la voglia di molti tifosi di entrare lo stesso in uno stadio che peraltro non presenta barriere al proprio interno. Dal 16 maggio il controllo delle operazioni organizzative a Tirana passerà ufficialmente nelle mani dell’Uefa che cercherà di risolvere alcune questioni spinose. Nel frattempo oggi Roma e Feyenoord avranno una riunione per capire la situazione e “dividersi” la città per non alimentare ulteriori tensioni. Chi è rimasto senza aereo, infine, starebbe provando anche le vie più estreme come quella di attraversare l’Adriatico con grandi gommoni privati da Ancona a Durazzo. Insomma una Odissea. La speranza è che si torni ad Itaca con il vessillo e il trofeo. 

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