Deve ancora trovare la sua identità al Bayern Monaco e forse è anche per questo che Leroy Sané sembra ricordare con un po’ di nostalgia i tempi passati al Manchester City. Intervenuto ai microfoni di Der Spiegel, l’esterno tedesco ha commentato il suo periodo in Premier League con la maglia Citizens con la quale ha segnato 39 gol in 135 partite diventando uno dei giocatori più forti e apprezzati della rosa a disposizione di Guardiola e guadagnandosi il trasferimento a Monaco di Baviera.
Sané: “Al City mentre giocavo avevo un piccolo Guardiola nella testa che…”
“Io e Pep Guardiola avevamo un ottimo rapporto. Ho conosciuto anche la sua famiglia perché vivevamo nello stesso edificio”, ha raccontato Sané. “Penso di aver visto più io la sua famiglia di lui. Non ci controllava se eravamo a casa però. Ho sempre pensato fosse fantastico vivere vicino al mister e con diversi compagni di squadra (David Silva e Ilkay Gundogan ndr)”.
E ancora: “Guardiola mi ha portato ad un livello completamente nuovo. Soprattutto lavorando sulle piccole cose: con quale piede prendere la palla, in quale situazione e come usarlo. Mi ha spiegato quale è il modo migliore per aprire il gioco e tante altre cose. Anche altri allenatori te lo dicono, ma lo ha fatto davvero ogni giorno fino a quando ad un certo punto ho avuto un omino nella testa che mi sussurrava di continuo cosa dovevo fare e come. La cosa particolare e speciale di Guardiola è chenon si ferma quando vede che sei migliorato. Troverà qualcosa di nuovo su cui lavorare instancabilmente con te. Se non mi fossi trasferito a Manchester, probabilmente non avrei raggiunto questo livello”.