Sant’Emmausso. Ancora lui, l’inatteso bomber della stagione rossonera, permette al Foggia Calcio di agguantare un prezioso pareggio (1-1) a Potenza. Quando a dieci minuti dal termine segna di testa su cross di Salines, il fantasista napoletano non solo mette a segno il quinto sigillo della sua stagione, ma strappa il Foggia dall’oblio allontanando i fantasmi del recente passato. I rossoneri giocano una partita dai due volti. Nel primo tempo sono spenti e lasciano spazio al vantaggio dei lucani, segnato dal bomber Caturano su rigore discutibile e contestatissimo dai rossoneri. Nella ripresa giocano gli uomini di Capuano acquistano metri, giocano più alti (e con maggior determinazione). Millico è una spina nel fianco della difesa potentina, Emmauso l’ariete che non ti aspetti. All’ 80’ il suo gol fa esplodere i seicento al seguito della squadra in terra lucana.

FORMAZIONE – Capuano conferma il 3-4-2-1, ma la novità è l’arretramento di Salines in difesa con la prima presenza da titolare in campionato per Silvestro, che va ad occupare la corsia di destra di centrocampo. Con l’assenza di Ercolani, infortunato, al centro della difesa c’è il rientrante Carillo. Va in panchina Tascone, che lascia in mediana il posto a Mazzocco. Questo l’undici di partenza: De Lucia; Salines, Carillo, Camigliano; Silvestro, Mazzocco, Gargiulo, Vezzoni; Zunno, Emmausso; Murano.

PRIMO TEMPO – Il Potenza attacca e opera spezzo cambi di campo. Il Foggia difende e riparte, ma lo fa spesso senza indovinare il passaggio giusto per innescare la ripartenza. Tanti errori e poche idee a centrocampo, di certo più muscolare con la coppia Gargiulo-Mazzocco, ma inevitabilmente in discussione quando si tratta di essere freddi e lucidi in impostazione. La partita è vibrante, combattuta e piacevole. Le azioni pericolose, però, sono quasi tutte dei padroni di casa, che al 14’ gridano al gol del vantaggio. Caturano, bomber principe dei potentini, di testa gira in rete un cross da destra di Schimmenti, ma l’arbitro annulla per fuorigioco. Il Potenza è nuovamente al 26’, con una punizione dalla distanza di Felippe che il portiere De Lucia toglie dall’incrocio dei pali. Sulla respinta Caturano di testa manda alto il tap-in vincente. Il Foggia cerca di non sbilanciarsi, ma quando lo fa i rossoblu lo puniscono. Su una ripartenza Schimmenti lancia in profondità D’Auria. De Lucia esce a valanga, colpisce il pallone e poi, sullo slancio, tocca l’avversario, che capitombola a terra. L’arbitro assegna il rigore tra le proteste vibranti dei rossoneri e del tecnico Capuano. Dal dischetto Caturano non sbaglia e al 31’ porta in vantaggio i suoi. Uno a zero. E il Foggia? Calcia a rete solo al 45’, con un’azione solitaria di Mazzocco: calcia di destro dai venti metri con potenza, ma la sfera accarezza il palo per poi uscire sul fondo.

SECONDO TEMPO – Al rientro dall’intervallo il tecnico Capuano propone già i primi cambi. Entrano Danzi e Millico in luogo di Silvestro e Zunno. La squadra si dispone con il 4-3-1-2. Al 48’ Millico prova subito il destro a giro dal limite, ma la palla esce di poco, tra le proteste dei rossoneri che chiedono l’angolo. Al 52’ il Foggia invoca il rigore per un fallo su Camigliano, atterrato in area. Nell’occasione il calciatore rimedia un infortunio. Al 58’ è ancora il Potenza pericoloso. Il neo-entrato Sciacca (altro ex della partita) manda a lato di poco una punizione scodellata in area da destra. Capuano cambia ancora al 59’. Esce Vezzoni (gravato da un giallo) ed entra Felicioli. Poco dopo tocca a Tascone rilevare Mazzocco. E al 68’ ecco entrare Parodi in luogo di Camigliano. Il Foggia preme, ma non è pericoloso. Al 78’ Murano non arriva in tempo alla deviazione verso la rete su invitante cross dalla destra. Sulla ripartenza il Potenza sfiora la rete con Caturano che non arriva per centimetri in spaccata a deviare in porta un tiro cross di Rosafio. Poi, nella battaglia cruenta, all 88’ il Foggia pareggia e lo fa con il suo uomo più rappresentativo. Segna Emmausso, bravo a girare di testa (con deviazione di Verreggia) un cross da destra di Salines. Nel finale ancora lotta, prima del fischio finale dell’arbitro.

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