Ronaldo a dicembre è stato l'antipasto. Poi sono arrivati Milinkovic Savic, Mendy, Firmino, Mahrez... Risultato: stadi strapieni, merchandising alle stelle, entusiasmo. Solo un anno fa chi l'avrebbe immaginato?

Dall'inviato Filippo Maria Ricci

Ci siamo. Parte la Saudi Pro League. E lo fa in un ambiente di euforia. Qui sono impazziti. Un anno fa la notizia in Europa avrebbe lasciato indifferente più o meno chiunque, e oggi non si parla (quasi) d’altro. E tra Gedda e Riad la febbre è veramente a 90 °, e non solo per il caldo infernale. Pur con tutto l’ottimismo generato dal lancio nel 2016 del progetto “Vision 2030” nessun saudita nell’estate 2022 poteva anche solo sognare che un anno dopo la SPL avrebbe prodotto questa parata di stelle. Negli ultimi 12 mesi in Arabia hanno deciso di puntare fortissimo sul calcio. Ronaldo in dicembre è stato l’incredibile antipasto, e quando si poteva pensare che la scelta del portoghese fosse solo economica è arrivata quest’estate di spese folli al supermercato del calcio europeo. 

dalla b allo squadrome

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Stasera a tirare su il sipario di un campionato che ha quasi 50 anni ma  non ha mai attirato alcuna curiosità sarà la partita tra Al Ahli e Al Hazem, due neopromosse ma con storie molto diverse. Il secondo è una piccolo club di Ar Rass, cittadina con uno stadio da 8000 posti. Il primo è un gigante di Gedda caduto e rialzatosi in 2 anni. Lunedì alla festa per la presentazione della Roshn Saudi League (dal nome dello sponsor) quelli dell’Al Ahli si sono rifiutati di celebrare il titolo di campioni della B, conquistato 3 mesi fa. Un disonore per una squadra con tradizione e palmares. Da allora l’Al Ahli ha preso un vincitore del triplete col City, l’algerino Mahrez, due che la Champions l’hanno vinta poco prima, il portiere del Chelsea Mendy e Firmino, il 26enne Saint Maximin dal Newcastle e due ex “italiani”, il romanista Ibañez e il Presidente Kessie, mica male come rinforzi. L’Al Ahli lotterà per un titolo detenuto dal rivale cittadino, l’Al Ittihad di Benzema. Le due squadre di Gedda sono opposte a quelle della capitale: l’Al Nassr di Ronaldo e l’Al Hilal di Milinkovic Savic. I quattro club nei quali ha investito il Pif, fondo d’investimento pubblico.

SOLD OUT IN UN'ORA

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Ma torniamo alle questioni ambientali. Quando la SPL ha messo in vendita i biglietti per le partite della stagione quelli dei grandi match, i derby di Riad e Gedda e gli incroci tra le “big 4”, sono andati esauriti in un’ora. E parliamo di stadi che possono arrivare a 60.000 posti. In una Paese di grandissima passione nessuno si vuole perdere la possibilità di vedere a casa sua campioni che prima poteva osservare solo in tv o con un aereo per l’Europa.

LOTTA AL TAROCCO

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E lo stesso è stato per la corsa alle maglie, dopo che le squadre hanno attirato i grandi marchi: Nike per l’Al Nassr e Al Ittihad, Puma per l’Al Hilal, Adidas per l’Al Ahli. Con un problema non da poco: la nuova maglia dell’Al Nassr di CR7 non è ancora arrivata allo store del club con enorme danno economico. La cosa è dovuta a lentezze ministeriali: per cercare di lottare contro i falsi hanno finito per complicare la vita ai produttori degli originali. Qualche prezzo? Le maglie taroccate costano tra i 10 e i 20 euro, quelle originali, già care lo scorso anno, erano a 70 euro, sono ora schizzate oltre i 100. I prezzi dei biglietti invece sono stati calmierati dal governo, tra i 2,4 e i 24 euro, a parte i palchi Vip.

IL RE NEL SUO PALAZZO

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E a proposito di Vip, parliamo dei calciatori: che si stanno adattando a temperature che a Gedda e Riad sono fisse sopra i 40 gradi anche la sera: ieri l’Al Ahli si è allenato alle 5 del pomeriggio e la temperatura era insopportabile. I grandi stranieri devono adattarsi a un clima ostile e fanno una vita a parte dal resto della popolazione: vivono in lussuosi “compound”, per 50-70 famiglie al cui interno trovano ogni lusso e comodità. Tutti meno Ronaldo, ovvio: il re portoghese ha un palazzetto tutto suo nella parte Nord della capitale, altra città nella quale la divisone nord-sud segue una precisa demarcazione economica. Del resto i big sono venuti a giocare in Arabia per i soldi, almeno per ora.

ESIGENZA MASSIMA

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Poi si vedrà, perché qui la gente dà tanto e pretende tanto. Ieri nei 4 campi da calcio in terra allineati e pieni di gente incurante del caldo del quartiere Alnaseem di Gedda i “giocatori” con cui abbiamo parlato trasmettevano due cose: entusiasmo travolgente ma anche esigenza massima. Come se sapessero che l’Arabia Saudita ha gli occhi del mondo addosso e che i fenomeni che sono venuti a mettere la SPL sulla mappa del calcio globale non possono deludere. Le stelle sono avvisate: starà a loro non cadere.

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