Nel calcio vince, spesso, chi sbaglia meno, non chi gioca (o prova a farlo) di più. Alla regola molto peculiare di questo sport non sfugge il match di andata tra Foggia e Juventus Next Gen. I bianconeri si lasciano di gran lunga preferire nel primo tempo: fraseggi prolungati e veloci, percentuale di possesso notevolmente maggiore, superiorità fisica evidente. Il Foggia, sperimentale in difesa (Sciacca resta in panchina, dentro l’esordiente ex “maltese” Rutjens, a volte impacciato) e “leggerino” a centrocampo (con solo Frigerio a reggere lo strapotere fisico e atletico dei bianconeri), fatica a trovare il bandolo e, quando lo fa, lo deve in gran parte all’iniziativa degli esterni: Garattoni e Costa hanno qualcosa in più dei dirimpettai Ake e Mulazzi ma a far la differenza (ed è una notizia) è Ogunseye, abile a sfuttare gli imperdonabili errori della retroguardia juventina. Nella quale Brambilla schiera il giovanissimo olandese Huijsen: un gigante addirittura classe ’95, arrivato a inizio anno dal Malaga e di cui si parla un gran bene ma che il centravantone rossonero “battezza” quasi subito (compromettendone la prova) quando, al 4′, capitalizza l’ottima iniziativa da sinistra di Peralta anticipandolo in tuffo di testa e fulminando Raina. L’esperto ex Carpi e Novara Poli consola il compagno, e la Juve, che era partita bene (al 2′ il 2001 Pecorino, liberatosi solo a centro area, aveva spedito un comodo pallone di testa sopra la traversa), riprende il filo del discorso e schiaccia i satanelli con un possesso-monstre. Ed è proprio il capitano Poli a trovare il pari al 20′, certificando la continua sofferenza dei rossoneri sui cross alti: è infatti prima un indisturbato Huijsens a metterla fuori sulla punizione dalla tre quarti di Iocolano (15′); quindi, appena cinque minuti dopo, è il compagno di reparto, sempre di testa e su azione da calcio d’angolo (assist ancora di Iocolano), a infilare Nobile sul suo palo. Sullo Zaccheria, già desolato di suo (spalti vuoti e silenziosi, a parte il solito gran tifo delle curve), cala il gelo. Foggia in difficoltà ma la squadra di Brambilla non ne approfitta, minacciando Nobile solo nel finale di tempo sullo scambio Mulazzi–Sekulov con quest’ultimo che caracolla in piena area dopo un paio di falli su entrambi non sanzionati dall’arbitro Cavaliere.
Nella ripresa i rossoneri approcciano meglio con un pressing alto che mette in difficoltà gli avversari e dopo neanche 30 secondi possono recriminare per un tocco di mano in caduta di Riccio non considerato dal signor Cavaliere. Si riattivano anche le ripartenze: al 51′ è Schenetti, servito da Frigerio, a sciuparne una 3 vs 3 con un diagonale velleitario. Ma due minuti dopo è il ventenne portiere Raina (in realtà secondo dell’infortunato titolare Garofani) a fare la frittata consegnandola a Ogunseye che gradisce e insacca a porta vuota. E, mentre l’ex portiere Storari borbotta sull’errore del “collega” con Pessotto in tribuna (sono loro a comporre la delegazione societaria juventina presente allo Zaccheria), l’inaspettato regalo da’ coraggio ai ragazzi di Gallo che sfiorano il tris con Peralta prima al 58′ (bella la combinazione con lo scatenato Ogunseye) e ancora al 64′ (deviazione da due passi, dopo il colpo di testa di Leo, con Iocolano che salva sulla linea). Brambilla vede il crollo atletico e forse anche mentale dei suoi ragazzi e da’ fondo a tutte le risorse in panchina, ma il Foggia è chiuso e attento e c’è spazio solo per qualche contropiede rossonero e per i prevedibili cambi di Gallo quando Ogunseye, ma soprattutto Peralta e uno spento Schenetti hanno ormai consumato le batterie.
Il 2 a 1 accontenta i satanelli, che infatti festeggeranno a lungo a fine partita. Ma il risultato (non è più in vigore la regola del gol in trasferta) lascia la situazione in bilico, con la gara di ritorno ad Alessandria del 15 febbraio che sarà decisiva e per la quale già è preventivata una grande partecipazione dei tifosi rossoneri da tutto il centro-nord (oltre ai tanti che partiranno anche da Foggia): un vantaggio emotivo notevole per i ragazzi di Gallo che in Piemonte si giocheranno non solo l’accesso alla terza finale della storia rossonera ma anche quello ai play-off nazionali. Per salvare una stagione accesa appena a intermittenza.
Giancarlo Pugliese
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IL TABELLINO / Foggia-Juventus Next Gen: 2-1
Reti: Ogunseye 4′, Poli 20′, Ogunseye 53′
Foggia (3-5-2): Nobile; Rutjens, Di Pasquale, Leo; Garattoni, Schenetti (Iacoponi 75′), Petermann, Frigerio, Costa; Peralta (Di Noia 75′), Ogunseye (Beretta 79′). A disp. Illuzzi, Dalmasso, Sciacca, , Peschetola, Battimelli, Odjer, Capogna. All. Gallo.
Juventus Next Gen (3-5-2): Raina, Riccio, Poli (Savona 73′), Huijsen; Ake (Turicchia 73′), Sersanti, Barrenechea, Iocolano (Besaggio 79′), Mulazzi; Sekulov (Compagnon 65′), Pecorino (Da Graca 65′). A disp. Daffara, Zelezny, Nzouango, Zuelli, Cudrig, Verduci, Bonetti, Lipari, Ntenda, Palumbo. All. Brambilla
Arbitro: Sig. Ermes Fabrizio Cavaliere (Paola)
Ammonizioni: Costa (F), Huijsen (J), Barrenechea (J), Garattoni (F) Di Pasquale (F)
Note: Terreno pesante a causa delle forti piogge delle ultime 48 ore; spettatori 2.000 circa.