Quattro club di vertice hanno una rosa che per oltre il 70% non è italiana. L’Inter ha un’età media di 30 anni, la più alta tra le prime 7 del campionato e ha solo un under 23

La seconda esclusione consecutiva dai Mondiali costringe il calcio italiano ad un altro momento critico di un certo rilievo, nonostante la vittoria degli Europei, inevitabilmente ridimensionata dall’ultimo fallimento. Le prime domande ce le siamo dovuti porre quando poche settimane fa, per il secondo anno di fila, nessuna delle nostre squadre è riuscita ad arrivare ai quarti di finale della Champions League.

Da anni si sviluppano riflessioni che partono dai modelli esteri, dove i club promuovono i talenti locali senza il timore di lanciarli in tenera età curando formazione e strutture con metodi moderni, ma sostanzialmente la tendenza è rimasta la stessa. Considerando i primi sette club della Serie A, che forniscono il quantitativo maggiore di giocatori alla Nazionale (14 su 23 contro la Macedonia del Nord, 60.8%) si ha la conferma che non si tratta soltanto di percezioni.

legione straniera

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Quattro club di vertice hanno una rosa composta per oltre il 70% di stranieri. Il picco è toccato dal Milan, che ne conta 20 per un’incidenza del 74.1%. A seguire ci sono la Lazio con 19 (73.1%) e la coppia Napoli-Atalanta che ha gli stessi numeri: 18 calciatori non italiani, il 72% della squadra. Anche la Roma ha 18 giocatori provenienti dall’estero, ma rappresentano soltanto il 64% degli effettivi a disposizione di Mourinho. L’Inter ne ha 17 (68%), mentre la Juventus ribadisce una tradizione molto "nazionalista" con 14, pari al 56%.

paese per vecchi

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Paolo Nicolato, commissario tecnico della Nazionale Under 21, aveva rivolto un accorato appello negli scorsi giorni, a proposito dell’impiego dei giovani: "Siamo partiti da una Under 21 che aveva giocatori di Serie A, tra poco andremo a cercarli in Serie C. È una tematica di cui dobbiamo tutti sentire la responsabilità. Non è un andamento che ci porterà grandi risultati. Nella nostra squadra in attacco non gioca più nessuno, qualcuno aveva iniziato, ma quando i campionati vanno verso i momenti decisivi i primi a rimetterci sono i ragazzi. Che poi noi consideriamo ragazzi anche gente di 22 anni, che non sono bambini. Giovani fino a quando?". Difficile non annuire a capo chino. L’Inter, campione in carica, è un esempio lampante. Ha un’età media di 30 anni, la più alta tra le prime sette della Serie A, e ha soltanto un giocatore che ne abbia meno di 23 ad aver collezionato più di cinque presenze: Alessandro Bastoni.

roma linea verde

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La più virtuosa in questo senso è la Roma. L’età media della rosa è di 25.1 anni, mentre ben otto calciatori rientrano nei parametri elencati sopra, di cui i primi cinque sono Under 20: Bove, Afena-Gyan, Calafiori, Zalewski, Darboe, Kumbulla, Zaniolo e Ibañez. Se da un lato i giallorossi valorizzano molto il settore giovanile, dall’altro invece il Milan ha preferito pescare dal mercato. Anche Pioli ha dato spazio con almeno cinque presenze a otto giocatori con meno di 23 anni: Maldini (unico Under 20), Tonali, Kalulu, Pellegri (poi ceduto), Brahim Diaz, Gabbia, Leao e Saelemaekers, per un’età media di 26.7 anni. La Juventus ne conta sette: Kaio Jorge (Under 20), Kulusevski (passato a gennaio al Tottenham), De Ligt, Vlahovic, Kean, McKennie e Pellegrini e l’età media è di 27 anni. Napoli e Atalanta si confermano modelli analoghi anche in questa statistica, entrambe a 27.2, con la differenza che i bergamaschi hanno impiegato un Under 23 in più per cinque o più volte: Scalvini (Under 20), Piccoli, Mihaila e Lovato contro Zanoli, Elmas e Osimhen. La Lazio ha un’età media piuttosto alta (27.5), ma ha dato spazio a ben due Under 20 come Romero e Moro, oltre ad André Anderson e Jovane Cabral che invece rientrano nella soglia dei 23 anni.

esempio francese

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In conclusione, uno spunto. Lo scorso luglio la Federcalcio francese ha pubblicato uno studio accurato sui migliori settori giovanili di Ligue 1 e Ligue 2, stilando valutazioni da 0 a 5 stelle in base ad alcuni criteri: professionalizzazione, minuti giocati, convocazioni in nazionale, istruzione e rappresentanza in Europa del proprio vivaio. Nessuna è riuscita ad ottenere il massimo, quattro stelle sono state date a Paris Saint-Germain, Lione, Monaco e Tolosa. Quest'ultimo milita nella seconda divisione ma concede un minutaggio altissimo ai talenti cresciuti in casa.

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