Si è ritirato a 29 anni, ma André Schurrle non rimpiange per nulla la sua scelta. Anzi, è contento e vive molto bene senza lo stress che circonda il mondo del pallone. Intervistato insieme al connazionale Howedes DFB-Journal, il tedesco ha commentato alcuni aspetti della vita del giocatore che proprio, ancora oggi, non riesce a comprendere.
“Non importava cosa indossasi, l’importante è che fosse costosto”, ha spiegato Schurrle. “Fosse una semplice t-shirt o una giacca in pelle. L’importante era che fosse davvero costosa. Era così che ci si doveva comportare nello spogliatoio”. E ancora: “Oggi, sinceramente, capisco ancora meno quel comportamento. Mi rendo conto di quanto inutile fosse fare in quel modo. Ho capito quanto fosse inutile fare così e adesso me ne sono reso conto”.
Un pensiero anche ai giovani calciatori e al modo di essere criticati dai propri mister quando le cose non vanno bene. Schurrle, in tal senso, avrebbe preferito maggiore tatto: “Non c’è bisogno di essere duri con i giovani. Non ci vuole un genio per capire quando sta giocando male o non si è in forma. Ci sono altri pagati per giocare quindi basterebbe mettere in panchina il giocatore senza dover per forza trattarlo male o simil”.