Il bulgaro è una leggenda dalle parti del Camp Nou e non ha mai nascosto quanto il Barcellona gli sia rimasto nel cuore. E quando parla del francese, ci sta che gli salti la mosca al naso per come Dembelè si è comportato negli ultimi anni...
Quando un calciatore arriva in una nuova squadra, ormai i riti di iniziazione sono un qualcosa a cui non si sfugge. Si canta, si balla, si fanno giochi particolari e si cerca così di entrare immediatamente in sintonia con il gruppo di chi già c'è. Ma non succede spesso che a presentarsi sia un giocatore che in fondo conoscono tutti. Esattamente quello che è accaduto a Ousmane Dembelè al Barcellona. Il francese in teoria...è un nuovo acquisto, visto che il suo contratto è scaduto e poi i catalani gliene hanno fatto firmare uno nuovo. Dunque, discorso, in cui il transalpino ha deciso di fare autoironia e ha chiesto...la fascia di capitano, facendo scoppiare a ridere tutto lo spogliatoio.
Chi non ride per niente, invece, è Hristo Stoichkov. Il bulgaro è una leggenda dalle parti del Camp Nou e non ha mai nascosto quanto il Barcellona gli sia rimasto nel cuore. Dunque, quando il Pallone d'Oro 1994, in dichiarazioni riportate dalla Bild, parla del francese, ci sta che gli salti la mosca al naso per come Dembelè si è comportato negli ultimi anni. "Parliamo di un calciatore che è costato 150 milioni, è stato infortunato per 120 partite, ne ha giocate 20 e ha segnato 10 gol. Mi pare evidente che non abbia imparato nulla nei cinque anni che è stato al Barcellona". Eppure, se il club gli ha fatto firmare un nuovo contratto, un motivo ci sarà. Dunque, Hristo...spera nella redenzione.
"Spero che si svegli, che diventi intelligente, che cominci ad ascoltare i consigli di Xavi. Oppure che vada al museo del club, a dare un'occhiata a quelli di noi che hanno giocato nella sua posizione, in modo da imparare come si gioca al Barcellona". Perlomeno, Stoichkov sembra un po' più positivo di qualche tempo fa. Quando il francese nicchiava sul rinnovo, il bulgaro non si è mai fatto pregare per dire la sua al riguardo e ha più volte sottolineato come il problema dell'attaccante sia uno scarso attaccamento ai valori e alla storia del club. Ora tocca a Dembele dimostrare all'Ayatollah che sul suo conto si sbaglia. Anche se per cinque anni...non ha fatto altro che dargli ragione!
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