Minacciate procedure disciplinari o penali. “Federazione e organi affiliati devono difendere i valori fondamentali della Repubblica francese, per impedire ogni discriminazione...”. In Inghilterra c’è l’ok allo stop per aiutare i giocatori musulmani a mangiare al tramonto

La Francia conta almeno sei milioni di musulmani, un decimo della popolazione, secondo l’ultimo studio demografico dell’Insee (Istituto nazionale di statistica e studi economici). La storia recente della nazionale francese è ricca di stelle di fede islamica, da Zidane a Benzema. Non per questo però la Federcalcio francese è disponibile a fare eccezioni, come per esempio successo in Inghilterra dove le partite di Premier League e delle serie inferiori potranno essere interrotte per permettere ai giocatori musulmani che seguono il ramadan di mangiare al tramonto.

Regole

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A Parigi invece è stata imboccata la strada opposta, come formalizzato da una comunicazione della Commissione federale degli arbitri destinata ai direttori di gara di ogni livello: “È stata portata a nostra conoscenza – si legge nel documento finito sui social – che alcune partite sono state interrotte per permettere la sospensione del digiuno del ramadan. Tali interruzioni non rispettano gli statuti federali. Federazione e organi affiliati, in quanto incaricati di un servizio pubblico, devono difendere i valori fondamentali della Repubblica francese, per impedire ogni discriminazione (…). Per questo sono vietati durante le competizioni o manifestazioni sportive legate alla Federazione, discorsi politici, ideologici, religiosi, sindacali; ogni segno o tenuta che ostenti appartenenza politica, filosofica, religiosa o sindacale; ogni atto di proselitismo, propaganda e inciviltà”. Il non rispetto dei regolamenti, ricorda la Commissione, “espone a procedure disciplinari e, o penali (…) perché uno stadio o un campo da calcio come una palestra non sono luoghi di espressione politica o religiosa, ma di neutralità dove promuovere i valori dello sport, di eguaglianza, fratellanza, imparzialità (...)”.

Velo

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La disposizione è in linea con la legislazione francese che dal 2004 ha rafforzato ripetutamente il divieto di portare segni religiosi in modo ostensibile nelle scuole e successivamente nei luoghi delle istituzioni pubbliche, ma anche il burqa per strada. La Federcalcio ha per esempio vietato il velo per le giocatrici di calcio, come invece prevede la Fifa. Il tema della laicità in ogni caso solleva puntualmente polemiche e dibattiti nel Paese. L’ultimo studio demografico dell’Insee ha rivelato che negli ultimi 10 anni, il numero di donne che portano il velo islamico è aumentato del 55%. E del 10% tra quelle di età compresa tra i 18 e i 49 anni.

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