Conferenza del presidente dopo le polemiche: "Non sono razzista. Se ho offeso Vinicius, gli chiedo scusa. Vanno cambiate le regole: togliamo punti alle squadre coinvolte"
Novanta minuti. Tanto ha parlato Javier Tebas in una conferenza stampa con grande partecipazione organizzata dal presidente della Liga per chiarire la sua posizione dopo essere finito nell’occhio del ciclone per uno scambio di tweet con Vinicius dopo che il giocatore brasiliano è stato oggetto di attacchi razzisti in Valencia-Real Madrid. “Sono stati giorni molto brutti – ha chiuso dicendo Tebas – i peggiori come presidente della Liga e come persona. Sentirsi accusare di razzismo è una cosa che fa male. Non lo sono e non lo sono mai stato. La mia vita è li a dimostrarlo, così come il lavoro fatto in ambito di lotta al razzismo in Liga”.
sei mesi
—“Se gli organi competenti cedono alla Liga la giurisdizione in ambito di lotta al razzismo in 6 mesi risolviamo il problema - ha detto due volte -. Abbiamo evitato il fallimento economico della Liga col nostro intervento, e non ho dubbi sul fatto che sarà molto più facile farla finita col razzismo se la cosa dovesse passare sotto la nostra competenza. Bisogna cambiare le regole e arrivare, come in altri Paesi, alla possibilità di togliere punti alle squadre le cui tifoserie mostrino comportamenti di tipo razzista o omofobo. Sono favorevole alla chiusura delle curve, anche se la cosa pregiudica anche tifosi che non hanno fatto nulla, e all’abbandono del campo da parte di chi è sottoposto ad abusi. Riceviamo poche denunce da parte degli altri tifosi, li invito a farlo: più si denuncia meglio è”.
vinicius
—“Non ci ho parlato personalmente e spero di incontrarlo presto. L’ho già detto e lo ripeto: se le mie parole l’hanno offeso gli chiedo scusa. Volevo chiarire, non offendere. E fargli presente che da anni stiamo lottando contro il razzismo. Siamo stati noi della Liga, e solo noi, a denunciare presso le procure gli episodi di razzismo negli stadi. Il Real Madrid non ci ha mai affiancato. Vinicius è il miglior giocatore della Liga, o uno dei migliori. Io dissi che avrebbe vinto il Pallone d’Oro un sacco di tempo fa. La gente se la prende con lui come se la prendeva con Cristiano Ronaldo, vittima di insulti omofobi, o con Messi, al quale davano del ‘subnormal’. I grandi giocatori attirano l’ira dei tifosi, ma la cosa va fermata. Non mi va bene che si dica nemmeno ‘tonto’. Quando lo vedrò gli spiegherò tutto quanto stiamo facendo per risolvere il problema”.
la spagna
—“Il nostro non è un Paese razzista. Ci sono comportamenti razzisti, quello sì. E lo stesso vale per il nostro campionato. Ma non si può generalizzare. Io sto male quando il mio Paese viene attaccato. Faremo di tutto per estirpare il razzismo dal nostro sport, e non mi nascondo certo dietro al solito discorso del calcio specchio della società. Potrei farlo, ma non mi interessa. A me interessa solo farla finita col razzismo. Spero che quanto successo non abbia conseguenze sulla candidatura congiunta di Spagna, Portogallo e Marocco per il Mondiale 2030”.
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