Poche ma sentite parole che hanno il sapore dell'avvertimento.
Lo spogliatoio del Manchester United è stato un saloon e non a caso la dirigenza ha scelto uno... sceriffo per sedare i bollenti spiriti. Ten Hag ha immediatamente dettato le sue regole e come riportato dal Daily Mirror le ha già comunicate ai suoi calciatori. Quanto basta per attirarsi le prime critiche. La prima bacchettata è di Scholes.
Ten Hag ha messo i puntini sulle i. Patti chiari con la speranza di un amicizia lunga. Difficile. Dal 2013 in poi, nessun tecnico è riuscito a evitare le frizioni con il gruppo. Né Mourinho, che si è sempre caratterizzato per avere uno spogliatoio pronto a gettarsi nel fuoco per lui, né Solskjaer cui non è bastata una profonda conoscenza dell'ambiente. L'esperienza Rangnick è da archiviare con l'etichetta di "errore".
L'ex allenatore dell'Ajax vuole sviluppare un forte legame con i giocatori dello United, credendo che la fiducia e il rispetto reciproci siano uno dei fattori chiave alla base di qualsiasi squadra di successo. In primis, dunque occhio alla forma fisica, indispensabile per un campionato intenso come la Premier e un gioco dispendioso come quello dell'allenatore olandese. Oltremanica sono certi che Ten Hag voglia che gli chef dello United preparino i pasti per i giocatori dello United e ha anche rivisto il menu privilegiando il pesce e le verdure. Ogni giocatore dello United ha un programma dietetico personalizzato che verrà controllato mensilmente attraverso l'indice di massa corporea. Vietato bere alcolici e un solo ritardo all'allenamento o alle riunioni di squadra sarà sufficiente per non essere convocato. Infine, il più importante. Vietato lamentarsi con gli agenti. Chi vuole discutere metodi e scelte di Ten Hag, dovrà farlo con Ten Hag.
Immediata la reazione di Paul Scholes con un post che non lascia molto spazio alle interpretazioni. Il centrocampista, che con lo United ha vinto due Champions, tre FA Cup e 11 Premier League con lo United ha commentato così. "Non sono certo che sarei riuscito a resistere senza il mio chef personale e senza potermi lamentare con il mio agente". Poche ma sentite parole che hanno il sapore dell'avvertimento. La strada di Ten Hag è già in salita.
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