Il primo maggio 2005, la Pulce segna il suo primo gol col Barça, nonostante avesse esordito ufficialmente nel 2004, e nella sua carriera l’argentino ha fatto un viaggio fantastico, proprio come il pallone di quel giorno contro l’Albacete…
È il primo maggio 2005 e Lionel Messi, a 17 anni, 10 mesi e sette giorni, segna il suo primo gol da professionista contro l’Albacete, appena quattro minuti dopo essere entrato in campo. La partita finisce 2-0 in favore del Barcellona al Camp Nou. Tuttavia, Raúl Valbuena, il portiere degli ospiti, ritiene di aver fatto una grande prestazione e chiede, a match finito, se può prendersi quel benedetto pallone.
“Quel giorno il pallone me lo sono portato appresso e me lo sono fatto autografare da tutta la rosa dell’Albacete. All’inizio era un pallone per la partita che ho giocato lì, poi si è rivelato essere il pallone del primo gol di Messi. L’ho detto al ragazzo delegato sul campo che l’ha portato con me perché avevo giocato una buona partita ed era un souvenir”, ricorda Valbuena a quasi 18 anni dall’evento dialogando con TyCSports.com.
Dopo più di mille gare e 793 gol di Leo, quella sfera è arrivata ad avere un valore totalmente diverso, che Raúl non avrebbe mai immaginato. Mentre Ronaldinho, Messi e compagni si sono goduti i tre punti conquistati ed essendo vicinissimi al titolo con cui avrebbero chiuso una striscia di sei anni senza vincere il campionato, Valbuena ha portato a casa il trofeo più prezioso di quella giornata. L’ex estremo difensore rivela di essere stato contattato più volte per vendere il pregiato pallone. “Sono cose da non dire”, esclama con una risata orgogliosa quando pensa ai soldi che gli hanno offerto.
Ma adesso dove si trova il cimelio? A Madrid, al ristorante Asador Donostiarra. Alle pareti sono appesi innumerevoli quadri con foto di giocatori famosi che hanno visitato il posto, come Xabi Alonso, Iker Casillas, Roberto Carlos e Cristiano Ronaldo, tra gli altri. In un settore della sala, dalla luce non abbagliante, spicca una palla che è custodita in uno scrigno trasparente, in modo che nessuno possa nemmeno toccarla. Alla sua sinistra si distinguono i guanti dell’ex portiere dell’Albacete.
Dopo il ritiro, ed essersi allenato a Saragozza oltre che a capo del reparto analisi con Zidane, Raúl Valbuena ha tenuto il pallone a casa, circondato da cimeli calcistici, fino a quando non ha deciso di regalarlo al ristorante. Mentre si dedica a progetti legati alla formazione calcistica, il 47enne, sbocciato nel settore giovanile del Real Madrid, rievoca i tempi in cui aveva sentito parlare di un ragazzo del Barcellona che aveva talento, cosa rara, rimarca, perché i giocatori di Prima Divisione non parlavano dei calciatori della cantera. Tuttavia, probabilmente non avrebbe mai immaginato di possedere un oggetto così prezioso utilizzato, fino ad allora, da un ragazzino di Rosario poco conosciuto che avrebbe vinto 7 palloni d’oro e un Mondiale.
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