Succede di tutto nella semifinale di ritorno a San Paolo, che alla fine premia i brasiliani grazie al 3-0 ottenuto all'andata. Gli argentini falliscono l'impresa, ma reclamano per un gol annullato e due rigori negati. Stanotte seconda semifinale tra Santos e Boca Juniors
La Coppa Libertadores regala un'altra notte indimenticabile, con lo zampino decisivo della Var che frena il River Plate a un passo dall'impresa epica. A volare in finale è il Palmeiras, forte del 3-0 ottenuto all'andata, ma il ritorno a San Paolo è un concentrato di episodi al limite che scatenano feroci polemiche e la rabbia degli argentini, a cui non basta vincere 2-0 in inferiorità numerica. Tra gol annullati, rigori negati, espulsioni, legni e una lunga serie di decisioni avverse in sala Var, il River incappa in una serata stregata in cui non ne va bene una, fallendo così l'obiettivo della terza finale consecutiva. A far festa dopo 99' di autentica agonia sono i brasiliani, che si giocheranno il titolo per la quinta volta. Il rivale del Verdao nella finale in programma il 30 gennaio al Maracana uscirà dalla sfida tra Santos e Boca, terminata 0-0 alla Bombonera.
IMPRESA MANCATA
—Niente replica del Superclasico in finale come nel 2018, dunque. A frustrare la suggestiva ipotesi, in attesa di conoscere l'esito degli ultimi 90' tra Santos e Boca, è stato il River. Eppure non si può dire che i Millonarios non ci abbiano provato. Ma quando il destino (e la Var) si accaniscono, come accaduto nella notte all'Allianz Parque, non basta attaccare e dominare dall'inizio dalla fine. Gli argentini l'hanno probabilmente capito nella ripresa, mentre attaccavano furiosamente a testa bassa dopo aver riaperto il discorso qualificazione nei primi 45' con due lampi di Rojas e Borré. Ma l'epica rimonta, quella riuscita solo cinque volte nella storia del torneo (l'ultima proprio al River, nel 2017 contro il Wilstermann), è sfumata solo per pochi centimetri.
A TUTTA VAR
—Mentre i brasiliani hanno subito sbandando in lungo e in largo, il River ha lottato fino all'ultimo. Ha lottato nonostante un gol annullato a Montiel (il terzino destro nel mirino della Roma, tra i migliori in campo) per un fuorigioco dubbio a inizio azione e dopo quasi tre minuti di conciliabolo con la sala Var. Una decina di minuti dopo, la seconda ammonizione a Rojas che ha lasciato gli argentini in dieci e, dopo altri due giri di orologio, rigore concesso per fallo su Suarez: Montiel è andato sul dischetto per calciare, ma l'arbitro - avvisato dall'assistente - è tornato sui suoi passi dopo altri tre minuti davanti al monitor. Niente rigore, Suarez è parso trascinare la gamba cercando lo sgambetto. Il River ci ha provato ancora, ma quando Borré ha centrato il palo da un metro e Rocha ha respinto sulla linea la successiva rovesciata di Diaz, il dubbio che ci fosse sotto qualche sorta di maleficio ha iniziato forse a serpeggiare nella panchina millonaria. La sensazione è divenuta quasi una certezza allo scadere, quando l'arbitro è tornato al monitor per la terza volta per valutare un possibile affossamento di Borré in area brasiliana: anche stavolta niente rigore, bensì fuorigioco millimetrico a inizio azione. E' finita così, nell'incredulità mista a rabbia dei giocatori del River dopo una serata in cui non sono mancate anche tensioni, colpi proibiti e scontri a muso duro. Il campionario completo della Libertadores, come da tradizione. Ciò che invece è mancato, anche in una serata così carica di emozioni e colpi d scena, è stato il pubblico sugli spalti.
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