Non solo Messi, Naymar e Mpappé: dai complimenti di Guardiola alla retromarcia di chi lo aveva criticato in passato, così l’azzurro è diventato un elemento chiave del club dell’emiro
C’è Messi, c’è Neymar, c’è pure Mbappé. Ma soprattutto c’è Marco Verratti, l’altro principe di Parigi, il giocatore più titolato della storia del Psg, sempre più indispensabile al club dell’emiro di Doha che insegue con ambizione la Champions League nella stagione che porta al Mondiale in Qatar. E proprio l’azzurro viene definito come l’elemento chiave dai media francesi, facendo ricredere anche i più acerrimi detrattori, e innamorare un certo Pep Guardiola.
Benedizione
—Il tecnico del Manchester City ha fatto la sua dichiarazione subito dopo la confitta di mercoledì (2-0): “Verratti è un giocatore eccezionale, ne sono innamorato. Sotto pressione ha la calma necessaria di fare un tocco supplementare, creare quel passaggio in più alle spalle del nostro centrocampo. Ne conosco la personalità e sono felice sia rientrato in tempo dall’infortunio”. Una benedizione non da niente da parte del padrino di Messi. E proprio il fuoriclasse argentino ne aveva fatto l’elogio nel giorno del suo arrivo a Parigi: “Verratti ha dimostrato di essere un giocatore immenso, uno dei migliori al mondo nel suo ruolo. Per anni al Barcellona speravamo potesse venire da noi, ma è successo il contrario. Verratti è un fenomeno e una persona fantastica fuori dal campo. Al Psg è come Xavi o Iniesta al Barcellona”.
Palco
—Solo complimenti dunque, ma di nuovo meritati dopo la grande prestazione di martedì. Non facile raccoglierli dopo tre settimane di stop, dovuti all’ultimo infortunio in Nazionale. Verratti però non poteva perdersi un palcoscenico simile ed è rientrato in tempo, proprio come Messi, rimasto fermo una settimana. I due in campo hanno dialogato alla pari, fin dal gol del vantaggio di Gueye, nato da un loro scambio a centrocampo, con il contributo di Mbappé. Il tutto in un ruolo ibrido, tra difesa e la trequarti, da regista con licenza di creare. Tagliato su misura da Pochettino che lo considera indispensabile per consolidare l’equilibrio alle spalle del tridente delle meraviglie. Verratti, uscito stremato e accompagnato dalla standing ovation del Parc des Princes, ha sviolinato le sue doti nel recupero, azzannando le caviglie di De Bruyne, Grealish o Rodri, e trovando appunto spiragli inattesi anche sotto pressing tra gli interstizi della mediana inglese. Sempre con la solita naturalezza e freddezza.
Assoluzione
—Normale dunque che anche oggi i media francesi lo ricoprano di encomi, dall’Equipe al Parisien, passando per i vari siti. E l’azzurro è riuscito a far cambiare idea anche a qualche detrattore di lunga data, come l’opinionista di spicco dell’emittente RmcSport, Daniel Riolo, mai tenero nei confronti del centrocampista: “Contro il City posso dire che anche Verratti è stato molto forte, almeno nel primo tempo”. Un’assoluzione che, nella cerchia dei giornalisti parigini, vale quanto o forse pure di più della dichiarazione d’amore di Guardiola.
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