Matias Viña è nato in Uruguay da una famiglia di origini italiane, la Roma lo ha acquistato dal Palmeiras, il club brasiliano fondato da immigrati italiani: il Bel Paese era nel suo destino. Il terzino sinistro è arrivato in giallorosso per 13 milioni di euro, un classe '97 con alle spalle più di 100 presenze in Sud America. Prima del salto in Brasile, però, Matias si è fatto strada in patria, al Nacional, la squadra più importante in Uruguay insieme al Peñarol. E per conoscerlo meglio, ai microfoni di calciomercato.com è intervenuto in esclusiva Álvaro Gutiérrez, suo ex allenatore al Nacional con cui si è affermato, vincendo un campionato nel 2019 e debuttando anche in Libertadores.

Nel 2014 Matias era un ragazzino in prova al Nacional, lei vide una partita d'allenamento e ne rimase impressionato, tanto da dire al coordinatore delle giovanili Taramasco: “Prendilo Sebastian, che io poi lo faccio giocare in Primera”, è vero questo aneddoto?

"Sì è vero (ride, ndr), io passavo molto tempo anche sugli altri campi del club, stavano facendo una prova alcuni ragazzini e c'era anche Matias. Vidi un paio di giocate in cui richiamò la mia attenzione: si era posizionato molto bene ed era davvero forte di testa. E quindi dissi a Sebastian di prenderlo, così poi lo avrei fatto giocare in Primera. Poi sono passati alcuni anni, io sono ritornato dopo quell'esperienza e Matias era già integrato in prima squadra, aveva esordito e giocato una manciata di partite del campionato precedente. Era reduce da un brutto infortunio ed era un po' giù per questa situazione. Io gli ho dato la continuità che gli serviva: fu un grandissimo anno, vincemmo il campionato, lui esordì in Nazionale e poi venne venduto al Palmeiras".

In più di un'intervista Matias ha detto che lei è stata una persona fondamentale per il suo percorso: “Quello che sono oggi lo devo a lui” ha detto. Si considera un po' il suo padre calcistico?

"No no, non mi considero il suo padre calcistico: lui è un giocatore davvero forte, è un bravissimo ragazzo, con la testa sulle spalle a cui non piace perdere e che dà sempre il massimo. Io l'unica cosa che ho fatto è stata dargli fiducia e mandarlo in campo. Mati si è sentito sostenuto per la fiducia che gli ho dato e quello che ha fatto è stato fare uscire fuori tutte le sue qualità: ha delle condizioni innate che non sono stato io a scoprire".

Da fuori Matias sembra un ragazzo serio, professionale, umile e lavoratore. È così? Può descriverlo come persona?

"È proprio così come lo hai descritto: sempre concentrato, lavoratore, non gli piace per niente perdere, e questo lo distingue da molti altri".

Lo ha acquistato la Roma, una delle squadre più importanti d'Italia. Se io fossi un tifoso giallorosso, come mi descriverebbe Matias? Quali sono le sue migliori caratteristiche?

"Innanzitutto i tifosi e Mourinho possono stare tranquilli: la maglietta a fine partita sarà sempre sudata e difesa al massimo, è un giocatore che dà tutto. Oltre a questo potranno vedere un giocatore che non solo difende ma che apparirà anche in attacco, arrivando da dietro e dando un'opzione in più di passaggio ai compagni, è intelligente a sfruttare gli spazi. Tecnicamente è valido, ha un ottimo gioco aereo e colpisce bene di testa. E anche nei calci piazzati offensivi avranno un'arma in più: nonostante non sia molto alto (180 cm ndr), ha degli ottimi tempi e colpisce molto bene. Gli riesce bene fare avanti e indietro sulla fascia, io gli davo totale libertà per utilizzarlo come fattore sorpresa: non solo ha fatto molti gol ma anche diversi assist".

In quali aspetti, invece, deve migliorare?

"Matias credo che stia migliorando sempre di più, forse deve stare più attento nel momento della marcatura: giocare in Italia gli farà molto bene per l'attenzione difensiva del vostro campionato. E a volte si distrae un pochino: in Uruguay giocava in una big, in Brasile lo stesso, quindi era sempre proiettato verso la fase offensiva".

C'è stato un momento preciso, un allenamento o una partita, in cui ha pensato: “Sì, Matias è davvero forte e può andare a giocare ai massimi livelli in Europa”?

"Principalmente nelle partite difficili, quando Matias veniva sempre fuori con un livello ancora più alto rispetto a quelle facili. Se devo scegliere una partita precisa, una di campionato contro il Liverpool Montevideo: fece due gol e servì due assist, si vedeva che aveva molta fiducia in sé stesso e che poteva alzare ancora di più il livello. Prima è andato in Brasile, che gli è servito molto come passo intermedio e gli ha permesso di completare un percorso di crescita che lo ha portato in Europa, dove credo rimarrà per molti anni. Forse gli costerà un pochino all'inizio ad adattarsi, ma appena ci riuscirà garantirà un ottimo rendimento. Sono molto orgoglioso, lo conosco da quando era un ragazzino".

Per concludere, un giochino: a che terzino del passato recente assomiglia di più? Alcuni, nonostante giocasse a destra, hanno trovato più di qualche caratteristica in comune con Javier Zanetti...

"È sempre molto difficile in questi casi trovare un paragone che regga senza esagerare, ogni giocatore è differente. Sì, con Zanetti può esserci qualcosa in comune: anche Matias è un ragazzo serio, intelligente, con una capacità fisica straordinaria per fare avanti e indietro. I livelli ovviamente sono molto diversi, ma non è un confronto senza logica ecco".

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