Per Wenger la VAR ha fatto in modo che un calciatore ci pensi più di due volte a colpire un avversario in maniera eccessiva. E se fosse arrivata prima, due talenti dei Gunners avrebbero potuto avere carriere molto diverse...
A ormai qualche anno dalla sua introduzione e nonostante le polemiche non cessino mai, si può tranquillamente dire che la VAR nel calcio è qui per restare. Certo, all'inizio è stato complicato abituarsi, tanto per gli addetti ai lavori quanto ai tifosi, ma ormai l'idea che l'arbitro e i suoi collaboratori non possano rivedere un episodio dubbio (come per esempio avviene in Conference League) è vista con una certa perplessità. E tra i grandi promotori dell'aiuto tecnologico ai fischietti c'è sempre stato Arsene Wenger, ora responsabile delle innovazioni della FIFA, ma che per 22 anni ha guidato l'Arsenal, una delle squadre più tecniche della Premier League. Parlando al Telegraph, il transalpino mostra più di qualche rimorso.
VAR - Ma cosa c'entra la VAR? Beh, Wenger spiega che la possibilità di rivedere gli episodi ha fatto in modo che un calciatore ci pensi più di due volte a colpire un avversario in maniera eccessiva o a palla lontana, come invece era quasi la norma nel calcio di Sua Maestà fino a non troppo tempo fa. E questo all'alsaziano piace eccome. "Vedo più positività. Prima si davano più calci e devo dire che anche i media lo permettevano. La VAR ha portato più rispetto per un calcio offensivo, quello che noi all'Arsenal abbiamo sempre cercato di offrire". Dunque, più calcio e meno calci. Evidentemente, qualcosa che avrebbe favorito parecchio i suoi Gunners, che invece sono stati spesso penalizzati da un certo lassismo da parte degli arbitri nei confronti di interventi al limite del...tentato omicidio. Una situazione che è costata molto cara ad alcuni dei talenti che nel corso degli anni Wenger ha contribuito a far crescere e a lanciare nel calcio che conta con la maglia dell'Arsenal.
INFORTUNI - In particolare due giocatori che erano considerati potenziali campioni, che però sono stati funestati dagli infortuni forse proprio perchè da giovanissimi hanno subito interventi che gli hanno creato seri problemi.“A volte i ragazzi più tecnici venivano presi a calci. Perchè? Non era un qualcosa di incoraggiante e per fortuna quei tempi sono passati. Ma spesso era frustrante, come quando guardo a calciatori come Wilshere o Ramsey, che hanno subito gravi infortuni all'inizio della loro carriera". Ovvero rottura della caviglia per l'inglese, che ora cerca una squadra a neanche trent'anni, e rottura della gamba per il gallese della Juventus, la cui muscolatura potrebbe essere diventata di seta anche per le conseguenze di quell'incidente. "Quando sei un allenatore ti senti molto responsabile di queste cose", spiega Wenger. Ma per fortuna dei Wilshere e dei Ramsey di domani, ora c'è la VAR.
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