Il giovane olandese era uno dei giocatori più promettenti delle giovanili del Barcellona. Ora, dopo qualche vicissitudine, a 19 anni è una delle stelle del PSV. Ma non dimentica alcuni dei problemi avuti in passato...
Negli anni scorsi, chi si occupava di calcio giovanile, aveva gli occhi pieni della classe di Xavi Simons. Il giovane olandese era uno dei giocatori più promettenti delle giovanili del Barcellona. Quel nome di battesimo, poi, sembrava marchiarlo da predestinato a giocare nel centrocampo blaugrana. Il ragazzo, invece, ha attraversato i Pirenei per accasarsi al Paris Saint-Germain, per la gioia di Mino Raiola, che ne aveva acquisito la procura captandone il potenziale. Anche a Parigi però le cose non sono andate benissimo e il calciatore è dovuto tornare in patria per trovare un'opportunità. A 19 anni, però, al PSV sta facendo vedere che quello che di buono si diceva di lui non era così esagerato.
La partita di Europa League
—Dieci reti in 19 partite, numeri quasi da attaccante per Simons, che ha preso la parola dopo il 2-0 della sua squadra all'Arsenal, che ha dato agli olandesi il pass per la prossima fase di Europa League, con la possibilità ancora di acciuffare il primo posto nell'ultima giornata. E nelle sue parole, riportate da AS, c'è la gioia di chi dopo anni da predestinato finalmente sembra poter esprimere tutte quante le sue qualità.“Sono felice, mi sono divertito. Sapevo che avremmo dovuto iniziare con parecchia energia contro la capolista della Premier League. Peccato aver sbagliato un gol, ma la squadra viene prima".
Il sogno mondiale
—Prestazioni così positive stanno avendo conseguenze decisamente inattese. Al punto che il CT dei Paesi Bassi, il buon Louis van Gaal, ha inserito il nome di Xavi Simons tra quelli dei preconvocati per Qatar 2022. E visto che il tecnico ha spesso lanciato giovani talentuosi, il centrocampista non può non sperare nella chiamata per il torneo. “Le cose stanno andando bene, mi alleno duramente e do tutto quello che ho. Il calcio è la mia vita. Sono piccolo, ma questo non importa. E chissà, è un sogno, ma chi non vorrebbe giocare un mondiale?".
Il Barça e la palestra
—C'è tempo anche per una...punzecchiata a una delle sue vecchie squadre: nella cantera, spiega Simons, non si è mai lavorato sul fisico. E questo per lui è stato un problema. "Al Barcellona non si lavora in palestra ma solo con il pallone. Quando sono arrivato al PSG ho scoperto che lì si lavorava anche in palestra e che avrei dovuto sviluppare delle abilità per difendermi durante le partite. Il campionato francese era molto fisico e ho vissuto la differenza sulla mia pelle". Ora però non è il momento di pensare al passato, perchè il futuro è roseo...
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