Proseguono le ricerche per ricostruire il patrimonio del Diez. L'ultimo tesoro, dal contenuto ancora sconosciuto, è custodito in Medio Oriente
Da una parte le indagini per appurare le cause del decesso del Diez, dall'altra le ricerche minuziose per ricostruire il patrimonio del fuoriclasse argentino in modo da poter quantificare e definire l'eredità destinata alla nutrita schiera di figli, parenti ed ex compagne. In Argentina si procede su entrambi i fronti e, se l'inchiesta della magistratura ha subito un'importante svolta pochi giorni fa con la scoperta di alcune firme contraffatte dal dottor Luque (il neurochirurgo di Maradona), l'ultima novità sul patrimonio dell'argentino riguarda la scoperta di due casseforti dal contenuto misterioso custodite a Dubai. I due forzieri sono ancora sigillati e, conoscendo le abitudini del Diez, potrebbero contenere oggetti o cimeli dal valore inestimabile, andando ad accrescere un'eredità che fa già gola a tanti.
Eredità milionaria
—Stimare esattamente il patrimonio del fuoriclasse argentino al momento del suo decesso, avvenuto lo scorso 25 novembre, è ancora un'impresa difficile. Le ricerche, sostengono i legali al lavoro, potrebbero richiedere mesi e mesi. In molti casi sarà necessario chiedere anche la collaborazione di Governi stranieri, come già accaduto con le autorità venezuelane e cubane (dove Maradona possedeva beni immobili, azioni societarie e partecipazioni ad attività imprenditoriali). Al momento, da una stima approssimativa, il patrimonio del Diez dovrebbe ammontare a circa 500 milioni di dollari, ma il puzzle è ancora incompleto. L'ultima scoperta in ordine di tempo riguarda due misteriose casseforti ancora sigillate, che si trovano a Dubai insieme a due bolidi (una Rolls Royce e una Bmw) dal valore totale di circa 350 mila dollari. "Là dentro potrebbe esserci qualsiasi cosa, nessuno lo sa con esattezza. L'unico a conoscerne il contenuto era lo stesso Diego", ha rivelato una fonte vicina ai familiari.
I tesori del Diez
—Per farsi un'idea, basti sapere che nella cassaforte della casa di Buenos Aires era custodito un bel gruzzolo di contanti, una preziosa collezione di orologi e l'anello da 300 mila dollari che Maradona ricevette in dono dal proprietario della Dinamo Brest quando venne nominato presidente onorario. La fortuna di Maradona comprende beni immobili (almeno una decina), auto di lusso (tra cui un blindato in edizione limitata), una serie infinita di cimeli (tra indumenti, ricordi e regali) e un corposo gruzzolo spalmato in svariati conti bancari (cinque quelli emersi finora tra Dubai, Argentina e Messico). C'è di tutto tra i tesori del Diez, compresi oggetti per i quali è impossibile stabilire un preciso valore, come ad esempio una lettera scritta da Fidel Castro. Molti di questi tesori sono da tempo oggetto di contesa con l'ex moglie Claudia Villafane, che - secondo alcuni maligni - starebbe architettando non ben precisate manovre finanziarie per evitare la dispersione del patrimonio tra i tanti che ne reclamano una fetta.
Come un'azienda
—Come emerso nella prima fase delle indagini e delle ricerche, Maradona era un'impresa che dava lavoro a una quarantina di persone tra specialisti, amici e uomini di fiducia (o presunti tali). Secondo le stime degli inquirenti, le spese mensili di Maradona per mantenere tutto l'entourage al suo servizio ammontavano a qualcosa come 10 milioni di pesos, l'equivalente di quasi 95 mila euro al cambio attuale. Tutto ciò senza contare le saltuarie elargizioni e i regali di cui beneficiavano figli, amici ed ex fidanzate (tra cui figurano anche due appartamenti per Veronica Ojeda e Rocio Oliva, le ultime due compagne dell'argentino). Maradona, in parole povere, rappresentava una sorta di miniera d'oro dal valore ancora non ben precisato. Una miniera attorno da cui tanti contano di attingere a piene mani.
Movimenti sospetti
—Le indagini hanno già sollevato i primi sospetti in merito, complici alcuni movimenti e flussi di denaro giudicati "sospetti". Gli inquirenti hanno evidenziato "operazioni sostanziose e corposi trasferimenti di denaro dai conti di Maradona" a opera ad esempio di Matias Morla, legale e socio del Diez. Ma nelle ultime ore sono emersi movimenti strani anche su alcune carte di credito intestate al fuoriclasse argentino: su tutti, diversi pagamenti effettuati da Rocio Oliva nei giorni successivi al decesso di Maradona per acquisti di varia natura.
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