Il mondo piange la scomparsa del numero 10 argentino, il più grande di tutti. Ecco le ultime news

Il mondo piange per la morte di Diego Armando Maradona, il più grande di tutti. La salma del numero 10 è arrivata alla Casa Rosada a Buenos Aires, il palazzo presidenziale argentino, dove è stata allestita la camera ardente. E dove centinaia di persone sono già in fila per rendere omaggio al "Pibe de oro" deceduto ieri. La veglia funebre nel Palazzo Presidenziale durerà solo fino alle 16 locali di oggi (le 20 italiane), dopodiché Maradona verrà sepolto. Su espressa richiesta della famiglia, i funerali verranno celebrati oggi stesso anziché sabato

la notte più triste

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Dolore e lacrime si mescolano all'incredulità mentre l'Argentina dà l'ultimo saluto al suo simbolo. L'affetto e la passione infinita per il Pibe de Oro ha avuto la meglio anche sulla stanchezza e sull'emergenza sanitaria causata dalla pandemia, dando vita a una lunga notte di omaggi per le strade di una Buenos Aires sconvolta. Lì si sono riversate migliaia di persone, concentrate nei punti nevralgici della capitale e nei luoghi simbolo nella vita del Diez, dalla vecchia e sgangherata casa di Villa Fiorito fino allo stadio dell'Argentinos Juniors (la sua prima squadra). Una sconfinata folla ha invaso le strade del centro radunandosi sotto al monumento all'Obelisco per poi andare a formare un'interminabile coda davanti alla Casa Rosada, il palazzo presidenziale, dove oggi verrà allestita la camera ardente per dare permettere alla gente di dare l'ultimo saluto al proprio idolo. Lì, nel corso delle prossime ore, è atteso oltre un milione di persone.

L'ULTIMO SALUTO

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Uno dei momenti più emotivi della lunga notte vissuta a Buenos Aires è scattato alle 22 (le 2 italiane), quando il Paese intero si è fermato per un lungo applauso all'unisono, sulla scia di quanto avverrà questa sera anche a Napoli. Nel frattempo prosegue la pioggia di messaggi e le manifestazioni di cordoglio per la scomparsa del Pibe de Oro, a cui tutto il mondo rende omaggio: dalla Bombonera, mitico stadio del "suo" Boca, dove durante tutta la notte ha brillato un'unica luce, quella del palco a lui riservato, fino allo stadio Azteca, a Città del Messico, dov'è comparsa una corona di fiori con foto a lui dedicata proprio davanti alla porta in cui segno il leggendario gol contro l'Inghilterra ai Mondiali del 1986.

le lacrime di valdano

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Jorge Valdano in lacrime davanti ai microfoni. "Il dolore mi ha travolto", così l'ex compagno del Diez, che non ha retto alla commozione al termine della partita di Champions commentata ieri sera. Gli occhi lucidi e la voce rotta hanno impedito all'ex campione argentino di proseguire l'intervento in diretta.

crisi cardiaca e accuse

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Le analisi preliminari hanno confermato la causa del decesso avvenuto poco dopo le 12 ore locali. Stando all'autopsia richiesta dalla magistratura con il benestare dei famigliari, "Maradona è stato stroncato da un'insufficienza cardiaca acuta, conseguenza diretta di una grave miocardiopatia che ha generato un esteso edema polmonare". Questo il responso dei periti forensi che hanno svolto le analisi all'obitorio dell'ospedale San Fernando, dove la salma del Diez è stata trasferita nel prime ore del pomeriggio. Ma l'ex medico dell'idolo argentino, Alfredo Cahe, lancia accuse nemmeno troppo velate lamentando "un decesso quantomeno insolito, nel senso che Maradona non è stato curato a dovere. Prima di tutto, avrebbe dovuto restare ricoverato. Non esiste che un paziente nelle sue condizioni venga dimesso una settimana dopo quel tipo di intervento, mandarlo a casa è stata una stupidaggine. In secondo luogo - ha proseguito Cahe - avrebbe dovuto avere un medico adeguato accanto che fosse in grado di assisterlo in caso di emergenze, cosa che evidentemente non è accaduta".

il pellegrinaggio dei napoletani

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Sciarpe, fiori, lumini. E una bandiera bianca e azzurra con il volto di Maradona e la scritta The King che penzola dal primo degli anelli di spalti. Lo stadio San Paolo a Napoli dalla notte scorsa è meta incessante di un pellegrinaggio di persone che lasciano un ricordo sulle grate della recinzione bassa della struttura sportiva. Anche in via Emanuele De Deo, nei quartieri Spagnoli, dove c'è il primo murales dedicato al campione, un ritratto che risale all'epoca del primo scudetto, quello del 1987, folla e lumini per tutta la notte. Il vicolo è imbandierato a festa.

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