Niente stangata su Juve, Real Madrid e Barcellona. Per il momento. Perché il conflitto Uefa-Superlega è ben lontano da una soluzione. L’ordinanza del nuovo giudice del tribunale del commercio di Madrid, Sofia Gil, sicuramente più “indipendente” del predecessore, ha attenuato la pressione su Nyon. Ma ora si passa al merito, udienza il 14 giugno. E poi c’è sempre la Corte Ue: sembra però che i tempi della sentenza si allunghino al 2023. Un successo della Superlega sarebbe deflagrante per il principio di diritto affermato, ma non facile da realizzare nel concreto, con anche i vincoli di Inghilterra e Germania.

Disciplinare per i ribelli

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Intanto la questione si sposta sulla Champions. Il giudice di Madrid ha restituito all’Uefa il potere di sanzionare i ribelli, ma l’Uefa non ha tempo nè voglia di farlo adesso. Nelle prossime coppe andranno tutti. Discorso diverso per il 2023-24. Prima ci sarà il giudizio disciplinare che prevede la multa di 15 milioni più la trattenuta del 5% dei premi Uefa (come per le altre ribelli). Il mancato rientro nel sistema, detto in parole povere, significherebbe Real, Barça e Juve fuori dalla Champions ‘23-24.

Superchampions

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La ‘23-24 è anche l’ultima con questa formula. L’anno dopo, si passa alla coppa a 36 squadre e un solo gruppo. Si stanno definendo i dettagli. Su un punto l’Uefa non si pone problemi: i due posti per ranking saranno cancellati. La rivolta dei “piccoli” non è passata sotto silenzio. Non era una brutta idea — per il valore del torneo — far entrare due big, qualificate almeno in Europa League o Conference, ma non in Champions. Niente da fare. Invece su un’altra questione Nyon ha le idee chiare: la fase a gruppi deve prevedere 8 partite e non 10, per evitare un calendario impossibile. Infine, stabiliti i criteri del sorteggio: le 36 squadre saranno divise in 4 fasce; ogni squadra incontrerà 2 rivali di ogni fascia.

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