Oggi l'ex attaccante inglese fa l'opinionista, ma non dimentica ciò che è stato e soprattutto ciò che sarebbe potuto essere. Gli infortuni sono costati cari al Pallone d'Oro 2001 che all'inizio del Duemila vedeva già la sua carriera in declino...

Il talento a volte non basta, serve fortuna. Michael Owen è stato uno dei calciatori inglesi più promettenti degli ultimi vent'anni, ma anche uno dei più sfortunati. L'ex attaccante cresciuto con la maglia dei Reds è esploso ad Anfield dove ha portato anche il Pallone d'Oro nel 2001. Quattro anni dopo, il Real Madrid del presidente Florentino Perez ha messo le mani sulla stellina inglese, che all'epoca però era già in grossa difficoltà per colpa dei tantissimi infortuni.

Oggi Owen si guarda indietro e prova un pizzico di amarezza per come sono andate le cose nella sua carriera. L'ex attaccante ha raccontato il suo calvario qualche tempo fa ai microfoni di Carl Markham: "Fino a quando avevo 20 anni ero uno dei migliori calciatori della mia generazione ed è stato così per un bel periodo. Gli infortuni mi hanno rovinato. A 23 anni ero già in declino. Quando uno dei tendini si è rotto, niente è stato più come prima. Mi è successo a 19 anni, due anni prima che vincessi il Pallone d'Oro". Nel 2004 Owen è volato altrove, ma era già tutto in salita per lui.

Dopo sette stagioni ad Anfield, Owen è diventato uno dei Galacticos: "Sono contento di aver giocato per il Real Madrid, è stata un'opportunità per fare qualcosa di diverso. Andare al Barça o al Real all'epoca era il Sacro Graal". Coi Blancos però Owen non è riuscito a mettersi in luce e ben presto ha sognato il ritorno in Premier: "Volevo tornare a Liverpool ed essere felice per sempre. Alla fine ho firmato con il Manchester United, che era l'opzione migliore in quel momento. Non mi vergogno di quello che ho fatto, anche se qualcuno vuole che mi senta un traditore. Non ho mai sognato di giocare per lo Stoke City, per il Manchester United e il Newcastle, è stata la mia carriera a portarmi lì". A distanza di anni probabilmente Owen direbbe 'no' al Real e 'sì' a vita al Liverpool. Ma con i "se" e con i "ma" non si fa di certo la storia del calcio. Anche se lui, a modo suo, l'ha fatta comunque.

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