Il dirigente del Bayern: "Esagerate le cifre spese per i cartellini, serve una normalizzazione". E sul prossimo match di Champions dei tedeschi contro la Lazio avverte: "Non mi piace che venga sottovalutata"

Si parla da anni di mettere mano agli ingaggi dei calciatori, che soprattutto a certi livelli hanno raggiunto cifre folli, ma il sistema-calcio, da solo, non è mai riuscito a intervenire. Le ripercussioni economiche provocate dal Covid-19 potrebbero essere la spinta decisiva. Ne è convinto, almeno, Karl-Heinze Rummenigge, a.d. del Bayern Monaco, in un'intervista a Dribbling, il settimanale sportivo di Rai 2.

normalizzazione

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"Il calcio sta già cambiando, il danno finanziario legato alla pandemia non permette alle società di spendere come prima - ha detto Rummenigge -. Adesso mi aspetto che anche i salari vadano giù, sarebbe normale, anche perché ingaggi e cartellini erano arrivati a una misura esagerata". Il dirigente tedesco si aspetta che fra gli effetti della pandemia ci sia anche una "normalizzazione" delle spese delle società, perché "ogni partita senza pubblico ci costa circa 4 milioni di euro, ne abbiamo disputate 15-17, fate voi i conti".

occhio alla lazio

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Il fatto che il Bayern in Germania, come la Juve in Italia, domini da anni a detta di Rummenigge "potrebbe anche essere un vantaggio, una spinta ai campionati nazionali a fare bene, anche in campo internazionale", e a questo proposito, in vista dell'ottavo di Champions con la Lazio, avverte: "Non mi piace che venga sottovalutata, ha vinto col Borussia all'Olimpico e ha pareggiato a Dortmund, contro la squadra che negli ultimi anni è arrivata sempre seconda in Bundesliga".

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