Alla vigilia della sfida serale dello Zaccheria contro la Virtus Francavilla (domani sera, ore 21), Roberto Boscaglia è tornato a parlare alla stampa e, virtualmente, ai tifosi. Ecco cosa ha detto in merito al difficile inizio torneo dei suoi:

Anzitutto, io penso che non si possa parlare di avversari più o meno abbordabili a proposito delle squadre che abbiamo incontrato. La Serie C è un torneo molto difficile e tutte le squadre possono metterti in difficoltà. Ne abbiamo incontrate due molto organizzate, sicuramente ci abbiamo messo anche del nostro sbagliando tanto nè si può dire che siamo stati fortunati. Capisco che tutto ciò che posso dire oggi può sembrare una scusante. Io non ho bisogno di mettere le mani avanti ma dobbiamo ricordare che questa è una squadra nuova con 18 giocatori arrivati in estate. Abbiamo avuto il torto di non organizzare test contro squadre di maggior spessore prima dell’inizio del campionato. E abbiamo tante cose e diverse dinamiche tattiche da aggiustare, ci stiamo lavorando. Non ci manca nè la voglia di migliorare nè i giocatori per farlo, ma questa resta una squadra che, come ho detto prima dell’inizio della stagione, ha bisogno di tempo.

Il 4-2-3-1? Questa è una squadra costruita in un certo modo che deve lavorare in un certo modo. E che si presta anche a cambiare modulo, perchè è attrezzata per farlo. Ma è una squadra nuova con giocatori che si conoscono poco. E che quindi deve lavorare molto. Ma devo dire che lo sta facendo, con grande abnegazione e voglia da parte dei ragazzi. Il problema è che dobbiamo trovare le chiavi giuste, che ci sono sia se giochiamo con un modulo che con un altro. Perciò ho già detto a suo tempo che era importantissimo in questa fase di costruzione non perdere troppo terreno. Purtroppo è quello che è successo nelle prime due partite, anche se non volevamo e neanche ci aspettavamo che accadesse. Ma dobbiamo fare tesoro degli errori di queste due partite. Io devo guardare anche al bicchiere mezzo pieno, che è quello di una squadra che ha non solo subito ma anche lottato, costruendo sette od otto occasioni nitide, anche se si è dimostrata vulnerabile. Ed è su quello che stiamo lavorando. Abbiamo una grandissima voglia di rifarci e quella di domani è la partita giusta, nonostante affrontiamo un’avversaria forte ed organizzata.

Odjer fondamentale? E’ una domanda sicuramente lecita ed è giusto che mi venga posta ma è una di quelle domande che possono un po’ infastidire un allenatore. Odjer lo ho avuto a Palermo e l’ho voluto fortemente, perciò se l’ho escluso a Picerno un motivo ci sarà. E’ un giocatore molto importante ma le scelte sono sempre oculate e ponderate: se ne facciamo una è perchè riteniamo che sia la migliore per quella partita o per quel momento specifico. Anche domani potrà essere che vediate scelte particolari ma è chiaro che sono sempre scelte che operiamo prima della partita in base a ciò che abbiamo visto in settimana sul piano fisico, tecnico, tattico e anche mentale, aspetto che ritengo determinante. Io tengo ad Odjer come tengo a tutti gli altri ragazzi: sono tutti giocatori che sono qui perchè li ho voluti, nessuno mi è stato imposto. Lo stesso vale anche per i giocatori che hanno rinnovato il contratto: alla società ho fatto presente che si tratta di giocatori che avrei voluto allenare quest’anno.

Il turn-over meglio o peggio? Beh, quando le cose vanno bene e vinci la ricetta migliore è cambiare quando i giocatori ti chiedono di farlo perchè sono sfiniti. Se in una settimana si hanno tre partite da giocare quella in cui è opportuno cambiare tanto è la terza perchè è nelle prime due che si concentra il maggior dispendio fisico. Però il nostro caso è diverso perchè non abbiamo fatto benissimo in queste prime due gare. Se domani peserà il pallone? Può anche pesare tanto, e posso capirlo per un giovane alle prime armi. Ma se pesasse anche per altri giocatori allora vuol dire che non sono da Foggia. A me allenare in queste condizioni non pesa. Io devo pensare alla partita e a vincerla senza farmi condizionare da alcunchè, mentre per quanto riguarda i giocatori, se li abbiamo scelti è perchè pensiamo che siano in grado di giocare qui. Con tutto il rispetto per altre squadre della categoria, giocare a Foggia non è la stessa cosa. C’è una pressione importante, in uno stadio importante e se questi ragazzi sono qui è perchè pensiamo siano in grado di sostenerla. Se così non fosse vuol dire che abbiamo sbagliato nelle scelte. Ma vi dico la verità, io penso che insieme alla società abbiamo scelto i giocatori giusti.

Il Presidente? Con lui ci sentiamo ogni giorno. Checchè se ne dica di lui, c’è un dialogo liberissimo e tranquillo tra noi, ci scambiamo le nostre opinioni e lui mi ascolta molto. E’ giusto che ci sia un confronto fra noi, anche perchè il presidente è l’unica persona, insieme a pochissime altre figure della società, ad avere spiegazioni da me. Quando si vive un rapporto con un presidente che vive il calcio a 360 gradi penso che dal confronto possa arrivare anche qualche spunto positivo. Per questo mi piace che ci sia un rapporto di questo tipo. Con questo non voglio dire che vengo indotto a cambiare idea ma dal confronto si può crescere e lo trovo importante anche per far sentire la vicinanza alla squadra, oltre che all’allenatore. Del resto anche io a Picerno ero nero. A volte si dice che si debba dimenticare una partita storta e pensare subito alla successiva ma io invece penso che questo non vada bene. Le partite storte vanno accantonate ma non dimenticate. Bisogna ricordare gli errori fatti per far sì che non avvengano più.

Domani abbiamo l’opportunità di riscattarci e dobbiamo farlo con tutte le nostre forze. Dobbiamo mangiare l’erba. La questione che ci riguarda non è capire quando saremo pronti per il tipo di gioco che vogliamo fare, da quel punto di vista può accendersi la lampadina in qualsiasi momento. Il discorso è un altro: io penso che nessuna squadra in Italia quest’anno ha cambiato tanto quanto noi. La cosa importante perciò è che i giocatori imparino a conoscersi tra loro e per questo c’è bisogno dei tempi giusti. Deve scattare la voglia di avere la meglio sugli avversari e di capire cosa è la serie C e cosa bisogna fare per vincere in serie C: a volte, per capire come farlo, serve anche prendere qualche schiaffone. Il Francavilla? E’ una squadra compatta e organizzata, fatta di elementi che giocano insieme da diverso tempo, sanno chiudere bene gli spazi e hanno buone individualità. Poi è naturale che giocare a Foggia sia sempre molto stimolante. Le insidie dunque sono le solite. I calci piazzati? Io non so se nelle varie categorie italiane ci siano squadre che lavorano meglio di noi su questo punto. Sicuramente non lo fanno più di noi. Dedichiamo tantissima attenzione ai piazzati, studiamo tanto anche gli avversari a riguardo. Poi, l’esecuzione è un altro conto. Sulla punizione del Picerno non serviva il “coccodrillo”: abbiamo commesso l’errore di saltare, non serviva farlo ma abbiamo sbagliato. Anche se il vero errore era a monte. Non dovevamo farci trovare in quella situazione.

La Redazione

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