L'11 ottobre il tecnico di Reggiolo riceve a Parma la laurea ad honorem. Un ritorno alle origini: partito dalla campagna emiliana, dopo i successi da calciatore in quasi 30 anni di panchina ha vinto a Milano, Londra, Parigi, Madrid, Monaco...

Urbino, 10 ottobre 2005. L’aula magna dell’Università “Carlo Bo” è gonfia. Mettono ad Arrigo Sacchi la toga e lui sale lentamente, occhi spiritati, i soliti spilli neri, sul podio. Il magnifico rettore, professor Giovanni Bogliolo "in virtù di motivazioni tecniche, scientifiche, culturali ed umane conferisce la laurea specialistica ad honorem in Scienze e tecniche dell’attività sportiva ad Arrigo Sacchi". Applausi e sciarpe rossonere che sventolano, piccoli cori da stadio. La platea si alza in piedi e batte le mani. Ci sono tutti, o quasi, i suoi allievi e i suoi amici. Carlo Ancelotti, allenatore del Milan, lo abbraccia e dice: "Ciao dottore". Poi aggiunge: "C’è il calcio prima di Sacchi e c’è il calcio dopo Sacchi. Questo è un grande riconoscimento a un grande uomo e un grande allenatore". Arrigo si commuove: "Grazie Carletto, ma tu lo sei di più e supererai tutti". 

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