L'ultima sfida tra blancos e nerazzurri risale al 1998 (3-1 a San Siro per l'Inter). Ma da allora le strade dei due club si sono spesso incrociate sul mercato

Inter e Real Madrid non si sfidano dal 1998. Dalla vittoria nerazzurra per 3-1 a San Siro grazie al gol dell’ex Zamorano e alla doppietta di Roberto Baggio nel finale. Inutile per il Real Madrid il pareggio di Clarence Seedorf, poi passato in nerazzurro prima di essere ceduto al Milan e diventare uno dei più grandi rimpianti per Massimo Moratti. Rimpianto come Roberto Carlos, che in quella sfida di ventidue anni fa vestiva già la camiseta blanca dopo aver giocato 30 partite con la maglia nerazzurra. E prima di essere considerato uno dei migliori terzini della storia del calcio. Quello che spera un giorno di diventare, chi lo sa, Achraf Hakimi: la strada è lunga, lunghissima. Stiamo grattando solo la superficie di un talento che il Real Madrid ha deciso di lasciare partire in direzione Milano: l’Inter spera di riprendersi quanto lasciato per strada con Roberto Carlos.

LACRIME E TRAUMI

—  

Inter e Real Madrid non si sfidano dal 1998, ma da allora le strade dei due club si sono spesso incrociate. Alimentando sogni, causando traumi. E lacrime: le più celebri nel passato più o meno recente della storia nerazzurra hanno portato alla capitale spagnola. Ronaldo e Mourinho, due che i tifosi della Beneamata hanno eletto a simboli da venerare. Due che hanno lasciato piangendo: il primo sulla panchina dell’Olimpico dopo il 5 maggio, il secondo sulla spalla di Materazzi dopo la vittoria contro il Bayern nella finale di Champions. I due parlano la stessa lingua e hanno percorso la stessa strada, da Milano a Madrid, lasciando un vuoto incolmabile. Lacrime però diverse: di delusione quelle di Ronnie, di malinconia quelle di Mou. Lacrime come quelle di Cambiasso dopo la finale, ironia della sorte, di Madrid: l’argentino arrivato come un esubero dal Real e diventato simbolo dell’Inter. La maglia di Facchetti indossata nella festa di San Siro dopo la vittoria della Champions League ne è la dimostrazione.

RIVALSA

—  

Cambiasso esubero del Real come Samuel e Sneijder: due arrivati a Milano in cerca di riscatto e diventati eroi di quell’Inter ultra-titolata. L’olandese fu la ciliegina sulla torta del mercato che portò al Triplete, il difensore ex Roma arrivò a Milano nel 2005 insieme a due compagni a Madrid, Figo e Solari. Il primo ha illuminato a sprazzi San Siro, il secondo è stato un flop. Come Mateo Kovacic, passato al Real nell’estate 2015 dall’Inter per circa trenta milioni di euro: cessione all’epoca dolorosa per i nerazzurri e promettente per i Blancos, ma il croato è stato poco più che una meteora in Spagna.

GLI ALTRI

—  

Abbiamo già citato Zamorano, passato dal Real all’Inter nel ’96 e diventato un idolo dei tifosi nerazzurri. Non ha fatto lo stesso effetto Christian Panucci, arrivano a Milano da Madrid nel ’99 e in campo solo ventisei volte con la maglia dell’Inter. Ci sono poi diversi giocatori che hanno vestito le due maglie in carriera ma senza passare direttamente da un club all’altro: Cannavaro, Cassano, Borja Valero. E Samuel Eto’o, che sul campo di Madrid ha conquistato il suo secondo Triplete consecutivo dopo quello con il Barcellona. Inter e Real tornano a incrociarsi sul campo a ventidue anni di distanza dall’ultima volta. Ma le strade dei due club non sono mai state distanti.

Let's block ads! (Why?)