I rossoneri riacciuffano gli avversari grazie a un colpo di testa del nuovo numero 9, appena entrato. Primo tempo del Diavolo opaco, meglio la ripresa
Cinque minuti per prendersi il Milan. Sarà stata l’adrenalina del debutto, o l’orgoglio di esibirsi nella sua terra, ma se il buongiorno si vede dal mattino Olivier Giroud farà divertire molto il mondo rossonero. Il nuovo numero 9 del Diavolo – finalmente sarà finita l’interminabile maledizione? – è entrato nella ripresa e in pochi giri di lancetta ha timbrato il primo sigillo della sua nuova avventura permettendo al Milan di rimettere in sesto una partita che aveva preso una brutta piega. Calcio d’estate, ovvio, una sconfitta non sarebbe stata un dramma. Ma siccome il Diavolo arrivava da 11 gol fatti e la porta immacolata nelle prime due uscite (avversari di Serie C, va detto per onestà), aver rimesso in piedi questa partita è comunque un bel segnale. Arrivato in un secondo tempo giocato decisamente meglio rispetto a una prima frazione (molto) opaca e senza squilli. Questa era la prima amichevole di livello impreziosita dalla dimensione internazionale (e d’ora in avanti sarà sempre così) - contro un avversario arrivato nono lo scorso campionato e con ambizioni di una certa grandezza.
Le scelte
—Una sfida a forti tinte francesi, fra sede di gara e il debutto in rossonero di Maignan in porta e Giroud al centro dell’attacco. I meravigliosi incroci del pallone, tra l’altro, hanno messo Maignan di fronte a Cristophe Galtier, tecnico appena arrivato al Nizza dopo aver trionfato nell’ultima Ligue 1 con il Lilla dove Mike è stato grande protagonista. Quel Lilla che, fra parentesi, nel primo round col Milan in Europa League aveva dato una lezione di calcio al Diavolo. Nel giorno in cui Pioli ha perso Bennacer, colpito dal Covid, fra i convocati (e anche fra i titolari) si è rivisto Calabria, due mesi dopo l’intervento chirurgico per un’ernia inguinale. Non convocato invece Hauge, in cima alla lista dei partenti, mentre è stato ufficializzato il prestito di Colombo alla Spal. In difesa Pioli ha piazzato Tomori, Romagnoli ed Hernandez, mediana obbligata con Pobega e Tonali, trequarti affidata a Saelemaekers, Diaz e Krunic con Leao centravanti.
Differenza atletica
—La Ligue 1 scatterà il prossimo fine settimana, e a questo punto dell’estate fa tutta la differenza del mondo. Significa che il Nizza è decisamente più avanti nella preparazione, fattore emerso più che altro nel primo tempo, e con una certa prepotenza già da metà frazione. Le gambe trainano i movimenti e quando girano alla velocità giusta è semplice mettere in pratica le consegne dell’allenatore. La spiegazione sulla differenza di rendimento è (quasi) tutta qui. Due squadre con due passi diversi. Ovvero una che spesso è riuscita a fare ciò che aveva in mente e un’altra che ci provava senza esito. Il Milan ha provato ad aprire il campo, a cambiare fronte, a girare palla da una fascia all’altra, ma è stato quasi sempre troppo macchinoso nella costruzione, finendo con l’incepparsi negli uno contro uno e nella scarsa precisione negli appoggi. Hernandez ha tentato qualche incursione delle sue, venendo inesorabilmente murato, in mediana Pobega e Tonali hanno faticato a verticalizzare e a fare filtro, Diaz ha iniziato seminando il panico negli ultimi venti metri francesi e poi si è smarrito, mentre Leao - certamente non agevolato dalla limitatezza dei rifornimenti - non è praticamente entrato in partita. L’unico spunto è stato stoppato in area da Todibo con un intervento sul quale ha rischiato il rigore. In termini di pericolosità il Milan dei primi 45 è tutto in una punizione, insidiosa, di Hernandez uscita di poco. La difesa rossonera invece ha dovuto mantenere una soglia dell’attenzione decisamente alta e in questo senso va segnalata la confortante prova di Romagnoli (con la fascia al braccio). Una punizione di Gouiri ha picchiato con violenza sul palo.
Convinzioni
—Nell’intervallo Pioli ha cambiato Maignan con Tatarusanu e Calabria con Gabbia, le prime di un lungo elenco di modifiche – dentro, con lo scorrere dei minuti, anche Conti, Caldara, Ballo-Touré, Maldini, Castillejo, Rebic, Giroud – che ha rivitalizzato il Diavolo. In pratica i polmoni freschi in quantità hanno restituito identità ai rossoneri, che sono riusciti non solo a respingere le offensive francesi, ma anche a chiudere spesso gli avversari nella loro metà campo. Una pressione supportata, finalmente, dalla precisione nei passaggi e dai movimenti corretti senza palla. La gara si è sbloccata al quarto d’ora, con un rigore di Gouiri dopo un fallo (fischio severo dell’arbitro) di Krunic su Ndoye. Rigore su cui Tatarusanu pareva poterci arrivare senza troppa fatica, ma la palla gli è passata accanto beffarda: difficile, almeno per un secondo, non tornare col pensiero a Donnarumma. Poi è arrivato il momento di Giroud. Cambio al minuto 15, al posto di Leao, e colpo di testa vincente al minuto 20, sovrastando Thuram sulla pennellata di Castillejo da sinistra. Cinque minuti per prendersi il Milan e per lottare su tutti i palloni, cercando i movimenti giusti per farsi servire. Il pareggio ha definitivamente sgonfiato il Nizza, incapace di portare altri pericoli, e ridato al Diavolo preziose convinzioni sul proprio potenziale. L’asticella ora si alza ulteriormente. Prossimo appuntamento mercoledì 4 agosto contro il Valencia, allo stadio Mestalla: in palio il Trofeo Naranja.
© RIPRODUZIONE RISERVATA