Il suo gol regalò il successo sull'Argentina nella finale 2014, poi problemi di metabolismo e pressione lo avevano messo ai margini. Ora è di nuovo protagonista con l'Eintracht e il c.t. ci pensa per il Qatar
È tornato. E lentamente se ne stanno accorgendo tutti. Mario Götze rende, al punto che viene seriamente preso in considerazione per i Mondiali in Qatar. Ha attraversato un lungo tunnel, ha dovuto convivere con critiche, illazioni e problemi. Già, perché dopo il gol nella finale dei Mondiali del 2014 al Maracana, che permise alla Germania di battere l'Argentina (1-0), ha avuto prima una certa discontinuità di rendimento e poi qualche problema di peso.
In molti ipotizzavano che si allenasse male, che si fosse montato la testa, che non mangiasse in modo sano, motivo per il quale cominciò anche a condividere foto e video dei pasti e degli allenamenti extra che faceva. A inizio 2017 la scoperta: aveva un problema legato al metabolismo energetico (una malattia che non gli faceva bruciare i grassi e che lo ha tenuto fermo per oltre 4 mesi). Prima di tornare a certi livelli però ha dovuto accettare di fare qualche passo indietro.
La storia
—Dal Bayern è andato al Dortmund (non un upgrade in questo momento storico), poi al Psv. Voleva ritrovare un po' di serenità, allontanarsi dalla pressione e trovare il modo per rilanciarsi. In estate è tornato in Germania, accettando l'offerta dell'Eintracht. Più ancora che per le statistiche (2 gol in 11 partite in campionato) per l'apporto che dà alla manovra. È geniale, ha ritrovato le intuizioni che aveva a inizio carriera, seppur senza avere più quello spunto e quella rapidità nello stretto. Il commissario tecnico della Germania Flick se ne è accorto e a settembre lo aveva convocato per le gare con Inghilterra e Ungheria. Stando alle ricostruzioni della Bild Götze, in una chiacchierata privata con il ct, ha detto di no, benché la nazionale gli manchi da ben 5 anni (l'ultima volta nel novembre del 2017). Non ha rifiutato per snobismo o arroganza, ma perché essendo appena arrivato a Francoforte ci teneva a fare un passo per volta. Senza affrettare i tempi, senza caricare se stesso di pressione e gli altri di aspettative. Flick continua però a osservarlo e potrebbe convocarlo per il Qatar. Tornerebbe a giocare ai Mondiali a 8 anni da quell'ultima partita, quella finale che lui stesso ha deciso con l'Argentina. Aveva 22 anni, ora ne ha 30. In mezzo tanti problemi e i Mondiali saltati nel 2018. Ora però più di qualcuno guardandolo giocare ripete una frase, breve ma significativa: Mario è tornato.
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