I catalani espugnano il Benito Villamarin nel recupero della 17ª giornata con i sigilli di Raphinha e del rientrante Lewandowski. L'autogol di Kounde arriva troppo tardi per il Betis

Efficace, senza fronzoli e maledettamente solido. Il Barça prosegue la propria marcia in vetta alla Liga portando a casa un nuovo successo pesante come un macigno su un campo per nulla facile, quello del Betis. La truppa di Xavi ci riesce grazie a una prestazione convincente e alla coppia Raphinha-Lewandowski, che piazza l’uno-due vincente tra il 65’ e l’80’. Il polacco, autore del 14° centro in 16 presenze, suggella un successo meritato che proietta i catalani momentaneamente a +8 sul Real Madrid, che tra 24 ore se la vedrà con il Valencia affidato a Voro dopo la separazione con Gattuso. Qualche brivido per gli ospiti solo nel finale a causa di un’autorete di Koundé che nega a Ter Stegen il quinto clean sheet consecutivo.

ARMI AFFILATE

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Tutti a disposizione per Pellegrini, che riproponeva Fekir dall’inizio con l’obiettivo di chiudere il girone d’andata tra le prime quattro. Per gli andalusi, forti di un cammino finora strepitoso, c’era anche un vago desiderio di rivincita dopo la semifinale di Supercoppa persa solo due settimane fa proprio contro i catalani. Da parte blaugrana, invece, la ferma intenzione di prolungare la serie positiva e mettere ulteriore pressione al Real Madrid dopo l’allungo in classifica dell’ultimo fine settimana. Per farlo, Xavi ritrovava quel Lewandowski rimasto a guardare per un mese causa squalifica, oltre a un prezioso Ferran Torres. Unica assenza, anche se pesante, quella di Dembélé fermo ai box per qualche partita.

PEDRI ON FIRE

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Subito ritmo intenso in campo e clima rovente sugli spalti, perché i tifosi andalusi ci credono nonostante l’atteggiamento aggressivo degli ospiti. I blaugrana infatti cercano di comandare il gioco e ci riescono grazie all’ottimo lavoro in fase di costruzione di De Jong e Pedri. Il ritorno di Lewa al centro dell’attacco dà invece quel punto di riferimento che consente ai blaugrana di giocare in profondità e in verticale. Gli andalusi soffrono il possesso palla avversario, ma provano a ribattere a ogni occasione possibile, soprattutto con Fekir e Canales. Sono loro a costruire le due migliori occasioni nei primi 45’ che vedono però il Barça sfiorare la rete in cinque occasioni, di cui quattro davvero clamorose. Due di queste capitano sui piedi di Pedri, che però si deve arrendere ai riflessi di Rui Silva, bravissimo nell’uscita bassa al 19’ dopo un numero di prestigio dello spagnolo su Luiz Felipe e Carvalho). Quella tra il centrocampista blaugrana e il portiere di Pellegrini diventa quasi una questione personale quando, al 49’, il primo scarica un potente sinistro da centro area che trova il secondo ancora pronto al volo.

RIECCO LEWA

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E’ la fase in cui gli andalusi sembrano aver trovato la formula per limitare l’attacco di Xavi. Ma i blaugrana trovano l’arma in più nelle scorribande di Balde, bravo nell’assistere prima Pedri, poi Raphinha. Il secondo assist è quello buono, anche perché coglie impreparata la difesa di casa su una punizione in zona avanzata: centro rasoterra che taglia fuori portiere e difensori e appoggio facile in rete del brasiliano, che al 65’ porta avanti il Barça dopo un’ora di battaglia. Un quarto d’ora dopo arriva anche il raddoppio, questa volta per merito di Lewandowski, il più lesto a intercettare un centro rasoterra per girarsi in un fazzoletto e superare Rui Silva. E’ la rete della sicurezza, anche se i blaugrana decidono di complicarsi la vita nei minuti finali riaprendo i giochi con una goffa autorete di Koundé, sfortunato nel tentativo di appoggiare palla verso Ter Stegen.

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