Se due indizi sono una prova, allora quella che arriva da Castellammare è una conferma: il Foggia c’è, finalmente, e sta crescendo. Soprattutto nella mentalità: i rossoneri hanno imparato a lottare e a non arrendersi mai, neppure quando le avversità si affollano. Nella battaglia del “Menti” il pari, acciuffato nel finale, addirittura gli starebbe anche stretto. Ma va bene anche così. Perchè, parafrasando Fabio Gallo, no, non si torna più indietro.
SCELTE – Il tecnico rossonero conferma l’impianto della squadra contro il Crotone, lasciando il rientrante Di Pasquale in panchina con Rizzo ancora nel terzetto difensivo e proponendo un po’ a sorpresa Chierico in luogo dello squalificato Di Noia. Odjer resta in panca mentre l’altro rientrante Costa rileva Nicolao. Nella Juve Stabia il tecnico cerignolano Leonardo Colucci cambia il tridente di Taranto: con Pandolfi ci sono Santos e Scaccabarozzi al posto di Silipo (infortunato) e Bentivegna. Dentro tutti i tre ex, Tonucci, Gerbo e Maselli.
PRIMO TEMPO – “Non un passo indietro” aveva avvisato Gallo alla vigilia. E in effetti i satanelli la impostano come contro i calabresi. Quadrati, reattivi, attendono gli stabiesi pizzicandoli in pressing e obbligandoli a gettare una certa quantità di palloni in lanci velleitari. Le vespe provano ad allargare cercando le sovrapposizioni ma scoprono ben presto l’abilità dei ragazzi di Gallo a capovolgere il gioco e a lanciare la coppia D’Ursi e Vuthaj senza inframmetterci troppi fronzoli. Così andando, sarà il Foggia a creare le palle gol vere, una volta (20′) con Frigerio (“murato” praticamente sulla linea di porta) e poi altre due con Vuthaj che troverà prima Barosi (24′) pronto ad opporsi con una difficile respinta di piedi, quindi, pochi minuti dopo, andrà in diagonale di poco fuori misura. Ma l’albanese incapperà in due eccessi, all’inizio (gamba alzata su Mignanelli) e alla fine della frazione (gomitata a Caldore per liberarsi in corsa), generalmente perdonati meno nel professionismo che in serie D: il risultato è un doppio giallo che azzopperà la sua squadra per il resto della gara.
SECONDO TEMPO – Gallo inserisce Di Pasquale per Sciacca, spostando Rizzo alla destra del trio ma gli equilibri sono ormai cambiati. Con l’uomo in più la pressione delle vespe cresce. Piovono palloni nell’area del Foggia, Costa e Garattoni restano bassi, Chierico e soprattutto Frigerio a turno cercano di supportare D’Ursi ma le ripartenze del primo tempo paiono una chimera. Neppure il signor Giordano di Novara (lo stesso del ritorno playoff a Chiavari) sembra in grande giornata: fiscale con Vuthaj, accomodante con Santos che al 59′ rifila una testata a Costa a gioco fermo, che l’arbitro non vede o non considera degna di sanzioni. Eppure sono proprio i satanelli a dover rammaricarsi quando su una velenosa punizione di Costa dalla tre quarti (72′) Malomo irrompe sul secondo palo colpendo la traversa piena. Colucci ridisegna i suoi con i cambi, optando per una sorta di 4-2-4 nell’ultimo scorcio di gara alla ricerca del fondo per i cross. L’idea riesce, anche se il Foggia stringe i denti: per le vespe arriva prima (su azione da corner al 79′) il palo del neoentrato Zigoni che pareggia il conto dei legni; poi (82′) l’ennesimo cross in area, stavolta di Bentivegna, trova il fino a quel momento inconcludente Santos pronto per il taglio (che fa saltare la marcatura) e il colpo di testa sul secondo palo che mette fuori causa Nobile. Il Foggia non ci sta: Odjer per un soffio è anticipato sul rasoterra da destra e poco dopo Gallo immette Peralta e Ogunseye: la mossa è vincente perchè tre minuti dopo (87′) ancora un altro ottimo lungo cross di Costa (fra i migliori dei suoi) trova proprio l’ex Modena pronto al tuffo di testa che fa esplodere il settore ospiti e regala il pari a un Foggia generosissimo. Il risultato finale è tutt’altro che un regalo per i satanelli, che, nel computo generale della gara, avrebbero anzi da recriminare. Ma la vera notizia positiva che arriva dal “Menti” è il netto “cambio verso” nella mentalità di una squadra che pian piano si sta liberando di blocchi e paure: per i rossoneri è ormai iniziato un altro campionato.
Giancarlo Pugliese
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IL TABELLINO
Marcatori: 82′ Santos (J), 87′ Ogunseye (F)
JUVE STABIA (4-3-3): Barosi; Maggioni, Tonucci, Caldore, Mignanelli; Gerbo (63′ Bentivegna), Maselli (74′ Berardocco), Altobelli (74′ D’Agostino); Pandolfi (63′ Zigoni), Santos (88′ Della Pietra), Scaccabarozzi. A disposizione: Russo, Maresca, Dell’Orfanello, Carbone, Zigoni, Ricci, Guarracino, Della Pietra, Berardocco, Picardi, D’Agostino, Bentivegna, Vimercati. Allenatore: Leonardo Colucci.
FOGGIA (3-5-2): Nobile; Sciacca (46′ Di Pasquale), Malomo, Rizzo (85′ Peralta); Garattoni, Frigerio, Petermann (85′ Ogunseye), Chierico (68′ Odjer), Costa; Vuthaj, D’Ursi (68′ Tonin). A disposizione: Dalmasso, Illuzzi, Di Pasquale, Papazov, Leo, Nicolao, Odjer, Iacoponi, Peschetola, Schenetti, Peralta, Tonin, Ogunseye. Allenatore: Fabio Gallo.
ARBITRO: Michele Giordano di Novara.
ESPULSO: 44’p.t. Vuthaj per doppia ammonizione
AMMONITI: Tonucci (JS), Chierico (F), Costa (F), Scaccabarozzi (J)