Il Madrid orientato a sostituire il partente Asensio col milanista. Che però vuole restare con Pioli
La miglior stagione rossonera di Brahim non è bastata a convincere i milanisti più scettici, ma è stata più che sufficiente al Real: per il Madrid, Diaz è una delle opzioni, forse quella di maggior tendenza, per la sostituzione di Marco Asensio. Alla fine del campionato (il migliore di Brahim: sei gol e sei assist, doppiati i numeri della scorsa stagione) era annunciato un vertice tra le parti: Diaz è rossonero dall’estate 2020, in prestito annuale poi rinnovato per altri due anni, con riscatto Milan e possibilità di contro-riscatto Real.
Due anni dopo ecco la resa dei conti. A proposito: il Madrid riporterebbe lo spagnolo nella capitale senza spendere un euro. Il Milan dovrebbe sborsarne più di venti per provare a trattenerlo: improbabile che la controparte conceda uno sconto, come speravano Maldini e Massara, d.t. e d.s. rossoneri, nelle settimane scorse. E se eserciteranno l’opzione di acquisto, il Real potrà comunque far valere l’ultima opzione e riportarlo definitivamente in bianco. Il volo di ritorno di Brahim costerebbe di certo meno che far imbarcare da Londra Kai Havertz, gioiello del Chelsea, altro obiettivo spagnolo. Non c’è intreccio di mercato (il Milan aveva pensato ad Asensio, inarrivabile per le cifre di ingaggio), le trattative sono slegate: Asensio lascerà la Spagna da svincolato diretto in Premier o al Psg (ma non a Milano) e Diaz potrà prenderne il posto.
club al lavoro
—Al Milan aprirebbe un vuoto solo in parte colmato dall’imminente arrivo di Kamada. In rossonero Brahim ha giocato da trequartista o esterno destro. Per Pioli era più convincente degli addetti al ruolo, Saelemaekers e Messias: "La crescita di Diaz è sotto gli occhi di tutti. Ha grandissima personalità, gli piace avere pressione, sta diventando un giocatore di assoluto livello. È chiaro che mi piacerebbe allenarlo ancora". Per Pioli (che in attesa dei rinforzi invocati rischia di perdere uno dei suoi fedelissimi) sarebbe un dispiacere. Per i tifosi rossoneri non più di tanto: Brahim è stato determinante nella risalita scudetto, e per questo meritevole di gratitudine, ma anche un potenziale campione ancora in attesa di trovare continuità. Per il club sarebbe comunque un partente da sostituire con un profilo di livello: l’idea di intervenire sulla trequarti era già nota (Kamada lo dimostra) e sulla fascia destra lo stesso.
colloqui
—Da nessuna delle parti (Milan, Real, agenti del giocatore) emerge però un quadro già definito. Servirà piuttosto riprendere i colloqui già all’inizio della prossima settimana. Brahim potrà far valere la sua volontà rossonera: potrà anche cedere la maglia numero 10 a Leao, ma sono i colori che contano e soprattutto lo stemma cucito sopra (quello che Diaz bacia dopo ogni gol). Oppure il Real potrà fare retromarcia e inversione: meglio incassare i soldi del riscatto del Milan, anche se tra i 15 e i 18 milioni, e utilizzarli per virare dritti sugli altri carissimi obiettivi. La parola fine nella storia tra Diaz e Milan non è ancora stata messa.
gerarchie
—Una storia iniziata tre estati fa: Brahim doveva essere il fantasista capace di accendere i sogni rossoneri. Nel suo primo anno la realtà è stata diversa: c’era Calhanoglu a occuparsi dello sviluppo creativo del gioco. Un anno fa si è diviso i compiti con Kessie: un trequartista di classe e leggerezza contro un mediano di fisico adattato a rifinitore. Quando poi, nell’estate scorsa, il club ha puntato su De Ketelaere, per Diaz sembrava pronto un ruolo da vice. Gerarchie ribaltate con prestazioni e gol d’autore (dalla Juve al Tottenham), complice la scarsa vena di CDK. Il futuro resta tutto da scrivere ma il Real Madrid è tornato con decisione sulla scena: dopo 123 partite rossonere e 18 gol, Brahim è più lontano dal Milan e più vicino alla Spagna.
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