Basta mezz’ora al Taranto per far suo il derby. Non basta un’ora al Foggia per recuperarlo. In uno Zaccheria deserto per disposizione del Prefetto, gli uomini di Capuano vincono 1-2, in quella che si potrebbe definire la partita ideale per il tecnico campano. Gli ionici, infatti, segnano due gol in trenta minuti e, forti del doppio vantaggio, si chiudono a riccio a difesa del risultato. Di contro il Foggia prova a recuperare facendo leva sulla manovra e sul fraseggio, accorcia le distanze con Tonin a fine primo tempo, ma non completa il ribaltone nella ripresa, frenato dalla solita sterilità offensiva e da un avversario estremamente attento e chiuso nella propria metà campo.
FORMAZIONE – Il neo tecnico Coletti sceglie il 4-2-3-1. Tra i pali c’è Nobile; Salines, Fiorini, Carillo e Rizzo compongono la linea di difesa. In mediana torna titolare Martini a far coppia con Marino al centro. Sugli esterni Embalo e Vezzoni con Schenetti trequartista a completare il pacchetto di mezzepunte alle spalle di Tonin. Embalo, con quest’ultimo che torna titolare a distanza di un mese, dopo Casertana – Foggia dello scorso 4 dicembre.
PRIMO TEMPO – L’inizio di partita del Foggia è da brividi e non solo per la temperatura percepita allo Zaccheria. Il Foggia fa possesso palla e il Taranto sembra aspettare solo gli errori per poter far male. Errori che puntualmente si presentano. Al 4’ Kanoute arriva sul fondo e mette al centro per Bifulco che di testa, tutto solo, manda incredibilmente a lato. Un presagio di sventura. Subito dopo, infatti, su palla persa dal Foggia in fase di impostazione, il Taranto passa in vantaggio. Kanoute si inserisce tra le linee e supera il portiere in uscita disperata. Zero a uno. Foggia nel pallone, Taranto carico a mille. I rossoneri provano a tenere palla ma non riescono a uscire dalla propria metà campo, schiacciati dagli ospiti in fase di pressing. Al 18’ Calvano raccoglie un colpo di testa di Rizzo e calcia al volo dai venti metri, ma la mira è alta. Il raddoppio sembra pronto a materializzarsi e si concretizza al 29’. Bifulco calcia dal limite, il portiere respinge verso il cuore dell’area e Kanoute deve solo appoggiarla in porta. Zero a due. I ragazzi di Capuano sembrano avere in pieno controllo la partita, ma commettono l’errore di arretrare, portandosi il Foggia nella propria metà campo. E addirittura commettono gli stessi errori degli avversari. Al 36’ perdono palla in impostazione, Schenetti orchestra il contropiede, serve palla a sinistra all’accorrente Tonin che entra in area, salta un difensore rientrando sul destro e – solo davanti al portiere – calcia debolmente. Poi è bravo nel recuperare la respinta di piede e a infilare con maggiore decisione la palla in porta. Ritenta e sarai più fortunato. Uno a due. La partita cambia e gli ultimi minuti della prima frazione sono tutti rossoneri. Al 41’ Schenetti ci priva su punizione, ma la palla sorvola di pochi centimetri la traversa. Al 44’ Salines di testa si inserisce su punizione scodellata da Schenetti, ma la palla è debole e il portiere para.
SECONDO TEMPO – Nella ripresa la partita va su binari ben definiti. Capuano sembra rinunciare anche al contropiede, preferendo presidiare spazi e posizioni con attenzione maniacale. Il Foggia ci prova e ci mette impegno ma le azioni da gol scarseggiano. Al 55’ i rossoneri invocano il rigore per un rasoterra di Salines toccato con la mano da un difensore in scivolata, ma l’arbitro lascia continuare e ammonisce Rizzo, il capitano, per proteste. Al 57’, sugli sviluppi di un angolo a favore, il Foggia subisce contropiede. Kanoute s’invola sulla destra, mette al centro un cross teso, la difesa respinge come può, ma serve Mastromonaco al limite dell’area, che senza ostacoli non inquadra lo specchio della porta. Palla a lato e Foggia nuovamente ad impostare. Al 60’ il Foggia sfiora il gol del pareggio: sgroppata di Salines, palla al centro per Schenetti che per poco non arriva a deviare in porta. Al 68’ Coletti cambia. Escono Vezzoni e Salines ed entrano Beretta e Garattoni. Il modulo diventa il 4-2-4, ma gli effetti tardano a vedersi. Al 79’ Marino prova il destro dai venti metri ma la palla è alta. All 87’ una mischia in area viene sbrogliata da Rizzo, ma il suo tiro viene parato dal portiere. Il Taranto non prova neanche il contropiede. Gliene riesce uno all’89 su errore-regalo di Martini, ma Romano calcia alto sulla traversa. Poi, al fischio finale, c’è solo il silenzio glaciale dello Zaccheria deserto.