Gioco, scelte e protagonisti: l’analisi del successo per 4-1 all’Etihad Stadium che consegna la corsa al titolo della Premier al Manchester di Guardiola, a -3 ma con due partite da recuperare

Dal nostro corrispondente Davide Chinellato

Non c’è stata partita. La finale virtuale della Premier ha consegnato la corsa al titolo nelle mani del City, che all’Etihad Stadium ha portato a scuola l’Arsenal, fatto a pezzi 4-1. Mentre i campioni d’Inghilterra hanno dominato con le intuizioni del loro allenatore, le magie di Kevin De Bruyne e Erling Haaland e una squadra che ha girato a mille, i Gunners che restano ancora primi in classifica sono colati a picco. Ecco quello che ha detto la partita.

Il city è padrone della premier

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La classifica dice che l’Arsenal è ancora in testa, ma dopo questo trionfo è il City il vero padrone della Premier. La squadra di Guardiola ha due punti in meno dei Gunners, ma due partite da recuperare e l’inerzia tutta dalla propria parte. Perché ha fatto a pezzi gli unici avversari diretti rimasti, mostrando quanto sia superiore, quanto abbia il talento per andare fino in fondo senza sbagliare più niente, continuando quel filotto arrivato a 12 vittorie in 13 partite in tutte le competizioni. Tolto Nathan Aké, comunque in recupero Guardiola ha tutti i giocatori sani e può fare scelte basate sugli avversari e alternare il talento per gestire al meglio un calendario intasato che a maggio includerà anche la semifinale di Champions col Real. “Siamo nella parte finale della stagione e sappiamo che ogni partita a questo della stagione è da vincere. Dovevamo essere tutti al nostro meglio in questa partita e lo siamo stati” ha raccontato Kevin De Bruyne, ricordando però che il City ha ancora 7 partite da giocare in Premier.

Haaland è molto più dei suoi gol

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Con la rete del 4-1 al 5’ di recupero è arrivato a 33 in Premier. E 49 nel 2022-23. Ma Erling Haaland è molto più dei suoi gol. Con l’Arsenal ha giocato la sua partita migliore perché è stato determinante per il gioco della squadra, per una volta ispiratore e non finalizzatore del duo con Kevin De Bruyne, la coppia più bella della Premier. “Erling è un realizzatore fantastico, ma deve essere coinvolto nel gioco - ha detto Guardiola -. Non deve perdere la sua identità di fare gol ma non può fare solo quello: ha le qualità per far parte del gioco e penso che sia migliorato davvero, davvero tanto”. Se Haaland riesce ad aggiungere con costanza questa dimensione al suo gioco, una su cui Guardiola lo stressa da tutto l’anno, diventa il migliore del mondo. Ammesso non lo sia già.

Guardiola ha vinto la partita

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De Bruyne e Haaland sono stati fenomenali, ma il City ha vinto la partita per le mosse di Guardiola. Squadra reimpostata senza cambiare troppo gli uomini: difesa a 4 vera e non ibrida, con Akanji sulle piste del disastroso Saka e Walker a destra libero di avanzare per limitare Martinelli. Rodri e Gundogan mediani davanti alla difesa per chiudere su Ødegaard e Xhaka, fonti primarie del gioco dei Gunners. Bernardo Silva a destra per mandare in tilt Zinchenko. Haaland e De Bruyne vicinissimi nella zona centrale, per sfruttare la loro velocità e la capacità di essere devastanti in corsa. Pep ha fatto l’ennesimo capolavoro tattico, studiando le prime due partite stagionali contro l’Arsenal (vinte dal City, ma coi Gunners molto, molto vicini) e trovando la chiave giusta per fare a pezzi i rivali.

L’Arsenal deve ancora crescere

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I Gunners non valgono ancora il livello necessario per vincere la Premier. Lo hanno confermato facendosi surclassare nella partita più importante della stagione, facendosi portare a scuola da quell’avversario che hanno a lungo tenuto come punto di riferimento, orgogliosi di andarci testa a testa. “Avevamo bisogno di essere al nostro meglio, come squadra e individualmente, per vincere questa partita: siamo stati ben lontani dal raggiungerlo - ha ammesso con onestà Mikel Arteta -. La partita l’ha vinta la squadra migliore: loro hanno giocato al loro massimo e noi non siamo stati all’altezza”. I Gunners devono metabolizzare la lezione e rimettersi in fretta in carreggiata: non vincono da 4 partite, hanno perso un’imbattibilità che durava da 10 turni ma hanno ancora 5 partite da giocare. Solo che la più importante l’hanno persa malamente.

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