Agustina Cosachov accusata di falso ideologico: avrebbe retrodatato un certificato per una visita di controllo all'ex Pibe de oro mai avvenuta

Si sommano i capi d'accusa nei confronti degli specialisti che avevano in cura Maradona. Il cerchio degli inquirenti si stringe giorno dopo giorno attorno a Leopoldo Luque, neurochirurgo del Diez, e ad Agustina Cosachov, psichiatra che ha trattato le acute forme di depressione e ansia di cui l'argentino soffriva dal 2018. Se il primo è finito nell'occhio del ciclone a causa di una serie di firme false e intercettazioni compromettenti dai toni aggressivi e irriverenti, la seconda ha dovuto incassare un'accusa per falso ideologico. L'accusa formale, notificata martedì in tarda serata, è frutto di certificato medico che - secondo quanto appurato dagli inquirenti - risulta dichiarare il falso circa lo stato di salute del Diez nei giorni che hanno preceduto il suo intervento chirurgico alla testa, a inizio novembre.

NUOVA ACCUSA

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"Ho paura che mi vogliano accusare di qualcosa. Stampa e tv non fanno altro che scavare nel torbido, è un incubo", confessava Cosachov a Luque nel corso di un'intercettazione risalente ai giorni immediatamente successivi alla morte di Maradona. Il timore manifestato dalla psichiatra si è materializzato nelle ultime ore, perché, a forza di scavare, quel "torbido" sta emergendo in modo sconcertante. A mettere nei guai Cosachov, anch'essa indagata per omicidio colposo insieme a Luque, è un certificato medico datato 20 ottobre 2020 (ma in realtà redatto sei giorni dopo su espressa richiesta di Luque) al termine di una visita di controllo che, stando a quanto ricostruito dalla magistratura, non è mai avvenuta. "Risulta inoltre che la psichiatra non abbia visitato Maradona nel mese precedente alla data riportata su quel certificato. Pertanto - ha aggiunto a Olé una fonte interna alla magistratura - la specialista non avrebbe mai potuto comprovare quali fossero le reali condizioni di salute del paziente". Le complicazioni sorte a fine ottobre e l'edema cerebrale che ha costretto il Diez all'operazione d'urgenza dimostrano oltre tutto che le condizioni dell'ex Pibe de Oro non erano evidentemente così buone come certificato da Cosachov.

DUE NEL MIRINO

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Dopo le ultime svolte nelle indagini, gli inquirenti si trovano davanti a un quadro probatorio consistente che mette con le spalle al muro sia Cosachov che Luque. Entrambi rivestivano infatti il ruolo di medico responsabile del Diez e entrambi avevano il dovere di garantire il rispetto di tutti i protocolli del caso nel predisporre il ricovero domiciliare per il decorso post operatorio, avvenuto in un luogo inadeguato e privo della strumentazione necessaria. La gravità degli errori commessi dai due specialisti e le loro inadempienze saranno valutate successivamente da una commissione medica ad hoc nominata dalla magistratura, anche per capire quanto la cattiva prassi di entrambi possa aver determinato il peggioramento della salute del Diez. Che - come risultato dall'autopsia - presentava un quadro cardiaco fortemente compromesso anche a causa dei molteplici antidepressivi che assumeva da tempo.

L'ULTIMO SORRISO

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Una cura che tra l'altro non deve aver sortito grandi effetti, perché ansia e depressione pare fossero diventati inseparabili compagni del Diez nei suoi ultimi giorni di vita. Questo, almeno, quanto emerso dalle testimonianze dell'ex cuoca di Maradona, Romina Milagros, e dal nipote Jhonny Esposito. "Era stanco, si era lasciato andare. E' come se avesse voluto dire basta, sembrava non volesse più vivere", hanno confessato entrambi in due distinte interviste a distanza di 24 ore. Uno degli ultimi video registrati dal Diez, diffuso proprio nelle ultime ore, trasmette la fatica e il peso di un difficile decorso post operatorio dopo l'operazione al cervello, ma mostra anche un Maradona sereno e tranquillo "grazie all'affetto delle persone care", nello specifico l'ex fidanzata Veronica Ojeda (madre dell'ultimogenito Dieguito Fernando). Uno degli ultimi attimi felici prima dell'addio consumato in silenzio e solitudine.

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