Merkaj entra, segna, fa vincere il Foggia e fa gioire lo Zaccheria. La rete dell’italo-albanese lancia il Foggia, che infila la seconda vittoria di fila dopo Andria, e regala a Zeman il ruolo e il record di allenatore più vincente della storia ultracentenaria del club rossonero (96 vittorie, una in più di Vincenzo Marsico). Merkaj sblocca una partita che nella prima parte si era caratterizzata per le reti di Vukusic e Martino, incanalata verso un pareggio amaro per il Foggia che, nonostante l’enorme mole di gioco creata, l’aveva scarsamente concretizzata in tiri in porta. A chiudere i conti sul 3-1 ci ha pensato poi Rocca con una giocata da altri tempi. Doppio sombrero a portiere ed avversario per depositare la sfera in rete. La partita è stata vivace, combattuta ma ricca di errori. Lo storyboard tattico è sulle fasce. Zeman le ha sempre sfruttate, e questa non può essere considerata certo una novità; Sullo prova a imitarlo. Capita così che il 4-3-3 spregiudicato del Foggia trovi dinanzi a sé a tratti il 4-2-4 del Messina. Fazzi e Catania sono le ali di un 4-4-2 diligente in fase difensiva, e pungente in quella offensiva, a sostegno di Vukusic e dell’ex Baldè, le due punte. La tattica funziona al 13′, quando sulla corsia di destra Vukusic entra in area e beffa Volpe con un pallone che passa sotto le gambe ed entra in porta. Zero a uno allo Zaccheria. Volpe era uno dei due volti nuovi mandati in campo da Zeman rispetto alla gara vinta con l’Andria, assieme a Martino, in sostituzione di Alastra e Garattoni. Prima del vantaggio il Foggia si era reso pericoloso in due occasioni. Al 4′ Petermann aveva provto a infilare l’incrocio dei pali su calcio di punizione da posizione defilata ma la palla era uscita di poco alta. Al 10′, invece, il terzino sinistro Nicoletti era arrivato sul fondo per poi servire un rasoterra che Merola aveva impattato da breve distanza verso la porta, ma il portiere si era opposto con il piede. Al 21′ il solito Nicoletti scambia con Curcio e arriva al tiro, ma la difesa lo mura in angolo. Dopo il gol l’ardore offensivo del Messina si placa, ritornando a un più mite e scolastico 4-4-2. Mite e centrale è anche il tiro dalla distanza di Petermann, parato terra dal portiere al 36′. Meno pacato e più violento è il tiro di Martino che un minuto dopo pareggia. Cross da sinistra di Nicoletti, Fantoni anticipa di testa Ferrante, lapalla arriva sui piedi del terzino destro che mette giù e infila l’angolo della porta. Poco dopo una punizione di Petermann, deviata da Merola, trova Sciacca solo davanti al portiere (bravo a respingere con il piede) ma in offside.

Nella ripresa il Messina passa al 4-4-1-1 e si affida alla velocità di Balde mezza-punta. La prima azione da gol vera, però, arriva solo al 22’s.t. con una girata di sinistro di Curcio che si adagia sull’esterno della rete. Al 25’s.t. Ilius spreca una grande occasione in contropiede. Palla persa a centrocampo, il Messina arriva sul fondo e l’attaccante, subentrato nella ripresa, si fa murare la conclusione da distanza breve. Zeman, che aveva già mandato in campo Merkaj per Merola, inserisce Garattoni per un affaticato Nicoletti. Poi è la volta di Vigolo e Rizzo Pinna al posto di Ferrante e Gallo. Nel mezzo un rigore chiesto da tutto lo stadio per un fallo di mano in area su girata ravvicinata di Ferrante. Lo Zaccheria esplode la seconda volta al 40′, quando Merkaj segna il gol del vantaggio. Curcio ruba una palla importante, Vigolo imposta per lo stesso Curcio che crossa e Merkaj di testa sigla il gol vittoria. Nel finale la scena se la prende Rocca. Doppio pallonetto ai danni di portiere e difensore per depositare la palla in rete. Gioia allo Zaccheria e quinto posto in classifica.

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