…PAZZO FOGGIA
Se dovessi descrivere la partita di Pagani con una pellicola cinematografica, direi… (Non ci fate gol) “altrimenti ci arrabbiamo”. Questo volendo sintetizzare il tutto. E sì che il nostro umore per gran parte della gara non è stato dei migliori, tant’è che si era così delusi, così stizziti, che quasi quasi neppure abbiamo esultato al ribaltamento della gara. Tranquillizzandoci solo dopo il risultato roboante che ha sancito la disputa. Non lasciamoci dunque trascinare da un risultato finale che agli sportivi più disattenti porterebbe a pensare ad una partita senza storia. Il Foggia per gran parte dell’incontro ha solo dato l’impressione di aver in pugno la gara, considerando anche l’obiettiva pochezza degli avversari. Avversari che se solo fossero andati in vantaggio più in là in quanto a minuti, non so come sarebbe andata a finire. A proposito, solo al Foggia capita che oltre ad osservare una conclusione innocua, dobbiamo prestare attenzione se il nostro portiere è in una forma fisica efficiente? Un Foggia che ha dunque rischiato molto, ma attraverso un ritrovato orgoglio ha saputo mettere in mostra quello che fino ad un certo punto aveva messo da parte. La morale di questa partita porta a pensare che la nostra formazione non è composta da campioni (ci mancherebbe), ma da un collettivo in cui spesso tutti gli attori non “recitano” alla stessa maniera, ma trascinati dalla vena di uno-due interpreti (nella serata del “Marcello Torre” Nicolao–Petermann su tutti). Se poi un pò tutti decidono di mettere in campo pure orgoglio, attributi, cazzimma, ecco che ti esce fuori un 4-1. Fossero sempre stati tutti al top, altro che Catanzaro come vice Bari. Sta dunque a loro dare da qui alla fine un’accelerata o conquistare una posizione nei play, senza infamia e senza lode. I più ottimisti, compreso il sottoscritto, possono auspicare, classifica alla mano, che lo scalare ulteriori posizioni in classifica non rappresenta poi una chimera. Ai ragazzi dunque passa il pallino. F.F.
Rino La Forgia
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