Non sono sorpreso da quanto sta accadendo. Il sistema calcio è sbagliato”. Giuseppe Pecoraro, già prefetto di Roma e per tre anni capo procuratore della Figc (dimessosi l’11 Dicembre 2019 a seguito, secondo alcuni, di divergenze con la governance federale), ha rilasciato un’intervista all’edizione odierna del Corriere della Sera per parlare del caso plusvalenze che ha coinvolto la dirigenza della Juventus. E lo ha fatto senza peli sulla lingua: dichiarazioni forti, durissime nei confronti del calcio italiano, in cui l’ex procuratore federale cita anche il Foggia. Ecco la sintesi di ciò che ha detto:
Non sono sorpreso da quanto sta accadendo. Il sistema calcio è sbagliato, lo dico da sempre. E’ un fatto culturale: la Juventus ce l’ha nel DNA, le interessa solo vincere. Ma per riuscirci in Europa servono risorse infinite, perché competi con colossi che si arricchiscono con petrolio e gas e non con il lavoro degli uomini. E così per tenere il passo di Psg, City e Chelsea, invece di guardare nella gestione del calcio ad esempi come quello del Bayern o delle squadre tedesche, in Italia per accorciare i tempi si ricorre alle plusvalenze. E diventa un problema di regole. Non vengono rispettate: manca il controllo di bilanci, fideiussioni, tutto. Ci sono grandi società che trovano club complici per realizzare le plusvalenze. Oltre alla Juve sono implicate altre squadre, ed è un fatto gravissimo. Il grosso problema è che non c’è più competizione: chi dovesse aver realizzato plusvalenze fittizie di questo tipo ha falsato il campionato perché in questo modo si è cancellata la possibilità per chi ha giocato pulito di avere le stesse chance. 
Ho provato a indagare sulle plusvalenze: lo feci ad esempio con Mancini, oggi alla Roma. Su di lui la Fiorentina aveva diritto al 50% sulla rivendita ma il Perugia lo vendette all’Atalanta per soli 200 mila euro, più Santopadre, figlio del Presidente, valutato un milione. Ma come poteva valere più lui di Mancini? Il valore è soggettivo, però entro certi limiti. Il Tribunale federale però mi respingeva sempre perchè, aldilà dei casi, dicevano che non potevo essere io a stabilire il reale costo di un giocatore ma il mercato. Basti pensare al caso Sturaro (passato dalla Juventus al Genoa ad una cifra astronomica, ndr). In tanti anni si è arrivati solo alla condanna di Cesena o Chievo (le cui irregolarità di bilancio determinarono l’esclusione dal torneo, ndr), ma perché lì c’erano le intercettazioni che inchiodavano i protagonisti
Io sono per un calcio equo, giusto, che dia a tutti le stesse possibilità. Invece questo non accade. Quando chiedevo le carte sulla Juve, mi arrivavano quelle su Bari, Foggia, Palermo. Ci sono club sui quali è complicato muoversi: Juve, Inter, Milan, Roma… Ma così non siamo tutti sullo stesso piano.

LA REDAZIONE

Adblock test (Why?)