Felipe Scolari è uno dei tecnici più vincenti degli ultimi decenni. Eppure persino Felipão ha qualche rimpianto, la stagione al Chelsea. Anzi, i pochi mesi in Blues. Colpa di un paio di personalità pesanti all'interno dello spogliatoio
Felipe Scolari è uno dei tecnici più vincenti degli ultimi decenni. La Libertadores, il Mondiale, la Champions League Asiatica. Eppure persino Felipão ha qualche rimpianto, ripercorrendo la sua lunga e soddisfacente carriera. La stagione al Chelsea. Anzi, i pochi mesi in Blues, considerando che la sua esperienza a Stamford Bridge è durata dall'estate 2008 al febbraio 2009. Colpa, come spiega lui stesso in un'intervista a Yellow and Green Football e riportata dal Mirror, di un paio di personalità pesanti all'interno dello spogliatoio.
DROGBA - Il primo, Drogba. "Il Chelsea aveva qualche problema con gli infortuni e altri problemi all'interno della squadra. Io ne ho avuto uno di leadership, mi sono scontrato con un paio di calciatori: Anelka e Drogba. Il nostro dipartimento medico pensava che avremmo dovuto lasciare che Drogba recuperasse dalla sua operazione a Cannes, nel bel mezzo dell'estate. Io pensavo che sarebbe dovuto rimanere a Londra. Anche a me piacerebbe andare a Cannes in estate, stare lì un mese o due e divertirmi..."
ANELKA - Alla fine, l'attaccante torna disponibile, ma questo crea altri problemi. “Quando Drogba è tornato, ho cercato di adattare il mio gioco per far sì che Drogba e Anelka potessero convivere. In quel momento Anelka era il capocannoniere della Premier, ci siamo visti e Nicolas lui ha detto 'no, io gioco in una sola posizione'. Quindi c'era una mancanza di amicizia, di rispetto, di voglia di provare a giocare assieme. Erano entrambi grandi attaccanti, ma qualcuno doveva fare un lavoro diverso, tornare indietro quando perdevamo il pallone. E lì le cose sono cambiate un po'. Con Drogba ne ho parlato apertamente quando ci siamo visti in Russia nel 2018. Né lui né Anelka avevano brutte intenzioni, ma è successo quello che è successo e io ho perso una delle più grandi possibilità della mia vita". Insomma, nemmeno chi ha vinto un mondiale in casa Chelsea ha avuto vita facile...
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