Dalla storia della Dnipro spazzata via da problemi economici e rifondata, fino al Metalurg Kharkiv del filorusso fuggito: ecco come il conflitto è entrato in campo

In Ucraina c’è una squadra con uno stemma strano e un presidente-soldato. Si chiama Dnipro-1 ed è l’erede del Dnipro, che nel 2015 ha perso la finale di Europa League contro il Siviglia. Residui di un conflitto mai concluso che ha riscritto gran parte del calcio d’Ucraina. Questo perché ai confini del Paese, nel Donbass, profondo Est, si combatte dal 2014. Ora che Putin ha riconosciuto le Repubbliche di Lugansk e di Donetsk - indipendenti de facto già da otto anni - a Kiev tira la stessa aria di paura che c’era a febbraio 2014, quando il mondo ha guardato Piazza Maidan per cinque giorni con preoccupazione e preghiere. Il presidente filorusso Yanukovich, contrario all’ingresso nella Nato, sospese l’accordo di associazione e libero scambio tra Ucraina e Unione Europea, così la piazza più importante del Paese si trasformò in una barricata. Scontri, morti, auto in fiamme, cecchini sui tetti, l’Hotel Ucraina diventato ospedale per feriti.

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