Parla il difensore del Barcellona accusato di violenza sessuale : "Non so perché mi sta facendo questo. Ho mentito perché mi vergognavo di ammetterlo con Joana"

"Non c'è stata una sola notte in cui io non abbia dormito tranquillo e ho la coscienza a posto. Non ho mai fatto del male a nessuno, nemmeno a lei quella notte". Sono le prime affermazioni fatte da Dani Alves, ex difensore di Barcellona e Juventus,  dopo l'arresto dello scorso gennaio per un accusa di stupro da parte di una ragazza di 23 anni conosciuta in un night club di Barcellona. Il giocatore rischia fino a dodici anni di carcere se giudicato colpevole. In una un'intervista al quotidiano "La Vanguardia" il brasiliano ribadisce la sua innocenza rispetto alle accuse fatte dalla ragazza di 23 anni. 

la ricostruzione del giocatore

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"Fino ad ora è stata descritta una storia molto spaventosa di paura e terrore, che nulla ha a che fare con quello che è successo, né con quello che ho fatto - è la versione di Dani Alves - Tutto ciò che è successo e non è successo lì, solo io e lei lo sappiamo". "Non so ancora perché mi abbia fatto tutto questo, ma la perdono" aggiunge. Alves ricorda che quando decise di portare in bagno la presunta vittima fu perché "era da un po' che ballavamo molto vicini. Non ci fu bacio o altro. Ma era evidente dai movimenti e dagli sguardi che c'era un'attrazione". Quindi Dani Alves sostiene che mentre era in bagno con la ragazza, questa "non mi ha mai detto di fermarmi. Non ha fatto alcun gesto di voler uscire. La porta era sempre aperta, poteva andarsene quando voleva perché sono rimasto seduto praticamente tutto il tempo sulla tavoletta del water". "Non c'è un solo segno sul suo corpo che spiega la violenza con cui dice che l'ho spostata in bagno" ha dichiarato ancora. 

dopo l'episodio

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"Dopo rimango un po' vicino al mio tavolo. Non ci sto molto perché è tardi - è la ricostruzione di Dani Alves -. Sono con il mio amico Bruno e altre persone si avvicinano, prima che me ne vada. Quando ho lasciato la discoteca attraverso il corridoio di uscita, ho saputo dalle immagini che sono passato vicino a dove la donna piangeva. Non l'ho vista. Altrimenti mi sarei fermato per chiederle cosa stesse succedendo. E se in quel momento qualche responsabile della discoteca mi avesse chiesto di aspettare perché una giovane donna sosteneva che l'avevo aggredita sessualmente, non sarei tornato a casa. Quella stessa notte mi sono presentato in una stazione di polizia per chiarire cosa è successo". Dani Alves assicura che verrà a conoscenza della denuncia il giorno successivo: "Penso sia stato il giorno dopo. Perché lì nessuno mi ha detto niente. Sono tornato a casa. Ho fatto la doccia perché mia moglie dormiva già e mi vergognavo dell'infedeltà. Ho dormito in un altro letto. Sono tornato in Messico due giorni dopo per giocare e alcuni media hanno pubblicato che una giovane donna ha accusato Dani Alves di violenza sessuale. Ho chiamato il mio avvocato, Miraida Puentes. Si è consultata con i Mossos (la polizia catalana, ndr) ed i tribunali e mi ha assicurato che non c'erano denunce e che avrei potuto viaggiare e lasciare la Spagna con la massima tranquillità. Ecco perché sono partito". Infine sul motivo per cui ha cambiato versione fino a tre volte davanti al giudice ha spiegato: "Ho mentito. Avevo paura di perdere Joana (la moglie, ndr) ed è per questo che ho mentito. Ho lottato disperatamente per salvare il mio matrimonio dall'infedeltà, indipendentemente dalle conseguenze che sto pagando. È l'unica persona a cui devo chiedere scusa".

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