“Il suo sinistro disegnava traiettorie speciali, spesso proibite per tutti. Lui non giocava a calcio: lui disegnava calcio”. Sette stagioni nel Foggia, la serie A con Oronzo Pugliese, il soprannome “Gambadilegno” a sottolineare la caratteristica fisica di queste gambe lunghe ed esili ma capaci di gesti tecnici memorabili, ricordato da tanti tifosi come il Capitano di una squadra che ha scritto la storia del calcio rossonero. Giorgio Maioli è stato e rimarrà una colonna di quella storia. Quella storia che ha contribuito a scrivere, firmando, tra le altre cose, pagine indelebili come la prima vittoria del Foggia contro la Juventus (23 Maggio 1965, 1-0 con un suo gol) e, ancor più, la più epica partita mai disputata dai Satanelli : quel 3 a 2 all’Inter “euromondiale”, sancito da tre suoi assist (compreso il tiro contro la traversa sul primo gol, poi corretto in rete da Lazzotti, e poi i due che consegnarono a Vittorio Cosimo Nocera le chiavi della sua mitologica doppietta). Maioli se n’è andato oggi, in punta di piedi (così come è vissuto), nella sua Verona, dov’era nato nel 1940 e dove aveva mosso i primi passi di una straordinaria carriera da calciatore compiendo tutta la trafila delle giovanili assieme ad un altro grande del calcio veronese, Pierluigi Cera.

L’Hellas, il Napoli e poi la lunga storia d’amore con Foggia e i foggiani. E sono stati tanti in queste ore i ricordi riaccesi e raccontati da tanti tifosi rossoneri, quelli un po’ più “grandicelli” che hanno avuto la fortuna di vivere anni davvero straordinari per il calcio di casa nostra. “Giorgio Maioli era un grandissimo – scrive Pino De Felice quando uscivano dal tunnel per entrare in campo, vedevi subito Giorgio con la fascia da capitano, ero piccolo e mi venivano i brividi di gioia nel vedere quel grande Foggia”. 

Mimmo Di Napoli, altra “memoria” del tifo rossonero, ricorda che Juventus e Inter potevano non essere le sole “vittime illustri” di Maioli: anche la terza grande del Nord rischiò infatti di cadere sotto i colpi di Gambadilegno: “In un Foggia-Milan del gennaio ’66 Concetto Lobello annullò un gol di Maioli allo scadere del secondo tempo, negandoci la vittoria…”

Così lo ricorda anche il nostro Direttore, Luciano Gallucci: “Maioli era un grande calciatore dal piede sinistro magico che incantava con le sue trame di gioco quanti lo guardavano quando giocava allo Zaccheria. Ed era una gran brava persona.”

E abbiamo chiesto un pensiero su Giorgio anche a chi lo ha conosciuto davvero bene e da vicino. Peppino Affatato, storico Segretario dell’U.S.Foggia di quell’epoca straordinaria (e non solo) ci ha reso il suo ricordo speciale:

Era un grande giocatore: per farvi capire la sua grandezza posso raccontarvi questo episodio. In quegli anni il Milan doveva fare una tour di gare amichevoli in America. Si portò, dopo richiesta e nostro assenso, il nostro Giorgio Maioli per sostituire…sentite un po’…un certo Rivera, impegnato in nazionale. A noi presto’, Maldera e Maddè perché eravamo impegnati in un torneo europeo (la Coppa Rappan, ndr).

Ma, più di ogni altro, c’è un episodio che è rimasto impresso nella memoria e nel cuore di Peppino:

I ricordi che mi legano a Giorgio sono moltissimi… Voglio ricordare in particolare quello del 1971: era aperta la campagna trasferimenti suppletiva, noi eravamo in serie B. Il Verona, in A , voleva riportarlo in quella che era stata la sua squadra prima di Foggia. Per lui sarebbe stato quindi un ritorno, dopo circa 7 anni, nella sua città… Ebbene, quando ci trovammo insieme sotto la sede della nostra Società, in via Scillitani, ed era arrivato il momento di salire per parlare del trasferimento, lui si fermò: non voleva. Io stavo con lui, mi abbraccio e scoppio’ in un pianto nervoso…“non voglio andare…voglio stare qui a Foggia… Peppe, dimmi cosa fare”. Commosso, fui costretto a nascondere i miei sentimenti e con molta calma riuscii a convincerlo… Questo era Giorgio Maioli. Questo era l’affetto e il legame che aveva con Noi.

Un legame ancora oggi forte e ben presente nella memoria di chi visse quegli anni. La società dell’Hellas Verona (dove Giorgio proseguì poi la sua carriera, continuando a collaborare a lungo anche dopo il ritiro, come osservatore e tecnico delle squadre giovanili) ha ricordato Maioli in una nota pubblicata sui canali ufficiali del club:

“Il presidente Setti e tutto il Club si stringono attorno alla famiglia di Giorgio Maioli, grande ex gialloblù che ci ha lasciati oggi. Ha onorato questi colori, tra il 1959 e il 1980, come centrocampista, poi come vice allenatore e infine come mister delle giovanili”.

E il Foggia? Finora un post, sui profili instagram e facebook del club, con queste parole:

Noi non ti dimenticheremo mai. Onore e gloria a te, eterno cuore rossonero. Ciao Giorgio #Maioli 🔴⚫️
Non deve finire qui. Da parte nostra, condividiamo l’auspicio espresso da moltissimi tifosi che Maioli, autentica bandiera nella storia del Foggia, venga ricordato anche nei prossimi giorni con tutti gli onori e la solennità che la sua storia (che è quella stessa del club) merita.
La Redazione
[Foto di “copertina”: Maioli, insieme a Trentini, con la maglia rossonera; si ringrazia Peppino Affatato]

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