Il responsabile della Saudi Pro League, Nohra, al Festival dello Sport: "Il nostro è un progetto a lungo termine". Donadoni: "Niente a che vedere con la bolla cinese"
Il boom della Saudi Pro League, tra un mercato incredibile e un futuro tutto da scrivere. Di questo si è parlato questa mattina alla Sala Depero alla presenza di Carlo Nohra, responsabile della Saudi Premier League per la prima volta in Italia, Roberto Donadoni, che in Arabia è andato a giocare per primo, nel 1999, e Cristina Fantoni, il volto del campionato arabo su La7.
non solo i soldi
—“Si, so bene che in tanti pensano che i calciatori vengano da noi solo per questioni economiche – ha detto Nohra –, è chiaro che i soldi non puzzano ma il fattore economico non è l’unico a muovere i giocatori. Si sono resi conto che in Spl c’è un progetto preciso, a lungo termine. E lo stesso vale per noi. Siamo appena nati, abbiamo 4 mesi di vita, abbiamo fatto un grande sforzo sul mercato ma quella diciamo che è la copertina: stiamo lavorando a 360 gradi su infrastrutture, personale, media, mercato, organizzazione. È un lavoro enorme che però si basa su un pilastro fondamentale: la passione. In Arabia Saudita l’’80% della popolazione consuma calcio, e noi vogliamo dare ai sauditi un grande prodotto”.
la differenza
—“Questo è un aspetto fondamentale – ha confermato Donadoni –. Io prima di andare in Arabia ero stato a New York, e dopo sono stato in Cina. In nessuno dei due Paesi ho trovato quella passione per il calcio. E non solo: in America giocavo su un campo sintetico condiviso con i Jets e i Giants del football Nfl, a Gedda ho giocato sul miglior manto erboso della mia vita. E la qualità di base era decisamente superiore in Arabia Saudita. Rispetto alla Cina questo mi sembra un progetto molto più strutturato, che guarda al medio e al lungo termine, lì mi era parso, e si è rivelato, tutto estemporaneo”.
champions e mondiale
—Abbiamo chiesto a Nohra se davvero l’idea è quella di cercare di portare le squadre della Spl in Europa, o se invece sarà la Champions nostrana ad emigrare in Medio Oriente: “Domanda cattiva… - ha detto con un sorriso il dirigente –. Diciamo che la Champions League è ovviamente il modello da seguire per noi. Però noi non vogliamo solo copiare, vogliamo creare qualcosa di nostro. Stiamo attenti a ciò che succedere nella geografia calcistica, ma la priorità, nel breve e nel medio periodo, è quella di costruire un prodotto valido, appetibile, riconosciuto. Poi si vedrà. Ma al momento non c’è nessuna intenzione da parte nostra di muoverci verso l’Europa”. E il Mondiale del 2034? “Premesso che è un tema che è in mano alla federcalcio saudita, è chiaro che l’organizzazione di una Coppa del Mondo è qualcosa che porta benefici all’intero scenario calcistico di un Paese. Per cui tifiamo per la candidatura saudita, un eventuale successo cambierebbe molto le cose anche per noi, in positivo”.
cr7 e... mou
—Cristina Fantoni ha sottolineato come Cristiano Ronaldo sia stato il primo grande calciatore ad abbracciare la Spl, cambiando l’intero scenario, e ha chiesto a Nohra se José Mourinho potrà essere il prossimo grande volano. Il responsabile della Saudi Pro League ha fatto un gran sorriso… “Non c’è dubbio che il cosiddetto ‘Ronaldo effect’ sia stato eccezionale per noi. Ha cambiato tutto in termini di visibilità, di rilevanza, di contratti televisivi. Ora non posso dire che Mourinho sarà il prossimo grande colpo, però è ovvio che il suo eventuale arrivo rappresenterebbe un altro enorme salto di qualità sotto tanti aspetti”. L’allenatore della Roma ha detto pochi giorni fa di aver ricevuto un’offerta che ha definito ‘follle’ dall’Arabia. La nostra impressione è che sia ancora valida…
mercato in uscita
—E per chiudere si è parlato di mercato. Le 18 squadre della Spl hanno a disposizione 8 posti per gli stranieri, che al momento sono tutti pieni. E a gennaio si riaprono le trattative. Cosa succederà? “Noi gestiamo le richieste di tutti i 18 club. Loro sottopongono a noi una lista di preferenze, che vengono gestite centralmente per evitare sprechi, sovrapposizioni, acquisti non conformi all’idea della squadra. È chiaro che ci possono essere errori, che alcuni giocatori vadano bene e altri meno. La nostra speranza è quella di poter avviare non solo un mercato in entrata ma anche in uscita, senza dover essere costretti a svendere, un po’ come succede in Europa”.
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